Gli sprechi dell’adozione internazionale: ora si muove anche il Parlamento

Una spending review contro gli sprechi nelle adozioni internazionali: l’appello lanciato da Ai.Bi. negli scorsi giorni ha trovato un’eco favorevole nella voce dell’on. Luigi Bobba, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera, eletto nello schieramento del Partito Democratico. Finalmente il problema del crollo delle idoneità e degli eccessivi costi delle adozioni internazionali è stato posto al cospetto del Ministro Severino.

È proprio di ieri pomeriggio l’interrogazione a risposta n.5-06809, depositata in Commissione Parlamentare da Bobba, da sempre molto impegnato sulle tematiche sociali.

Riportiamo di seguito il testo integrale dell’Interrogazione:

“BOBBA. – Al Ministro della giustizia. – Per sapere – premesso che:

–        il Paese si trova ad affrontare una delle maggiori crisi finanziarie sinora verificatesi, per superare la quale il Governo attualmente in carica sta adottando delle misure drastiche anche sul fronte dei tagli alla spesa pubblica;

–        in materia di adozioni internazionali la legislazione italiana, andando in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei, prevede che l’idoneità degli aspiranti genitori adottivi sia dichiarata dai tribunali per i minorenni con decreto anziché dai servizi socio-assistenziali degli enti locali;

–        i tribunali per i minorenni compiono, inoltre, un controllo sulle sentenze di adozione pronunciate all’estero su minori adottati da persone residenti in Italia; tale controllo ha ad oggetto la verifica del rispetto dell’articolo 4 della convenzione de L’Aja del 1993 e delle procedure in vigore, che invero risulta già da una apposita dichiarazione previamente rilasciata dalla commissione per le adozioni internazionali a norma della stessa legge n. 184 del 1983 e successive modificazioni;

–        il controllo dei tribunali per i minorenni sulle sentenze straniere di adozione è in controtendenza sia rispetto a quanto avviene in altri Paesi europei sia rispetto a quanto accade per le altre materie anche di volontaria giurisdizione in applicazione della legge n. 218 del 1995, che stabilisce – appunto – la regola del riconoscimento automatico delle sentenze straniere;

–        l’adozione internazionale ha, come noto, costi elevatissimi a carico degli adottanti in favore dei quali lo Stato riconosce soltanto la possibilità di dedurre dall’imponibile in sede di dichiarazione annuale dei redditi il cinquanta per cento delle spese sostenute per le procedure adottive;

–        le adozioni internazionali stanno vivendo un momento di forte crisi che – come dimostrato dai dati diffusi dalla Commissione per le adozioni internazionali sulle idoneità rilasciate dai tribunali per i minorenni – rischia di condurre ad una drastica contrazione delle adozioni di minori stranieri;

–        i minori stranieri adottati da genitori italiani acquistano la cittadinanza; il superamento della crisi delle adozioni risponde alla necessità di investimento nelle future generazioni, anche in risposta alla crisi economica e alla nota contrazione demografica registrata da anni nel nostro Paese;

–        a parere dell’interrogante sarebbe opportuno effettuare una spending review anche nel settore delle adozioni internazionali al fine di evitare gli sprechi ed utilizzare le risorse disponibili in favore della risoluzione delle criticità indicate -:

–        quale sia l’attuale spesa annuale del Ministero della giustizia corrispondente al lavoro dei tribunali per i minorenni svolto nell’ambito delle adozioni internazionali e, in particolare, per le attività di ricezione delle disponibilità all’adozione internazionale, di dichiarazione della relativa idoneità e di verifica delle sentenze di adozione pronunciate all’estero. (5-06809)”.

Ai.Bi. plaude all’iniziativa del deputato del Pd, che ben pone in evidenza uno dei grandi limiti dell’attuale legge sulle adozioni internazionali (la 184/1983 e successive modifiche): il ruolo assegnato ai Tribunali per i Minorenni nell’emissione dell’idoneità, che ha contribuito a determinare un calo di decreti pari al 49% avvenuto in soli 5 anni, dai 6.273 del 2006 ai 3.179 del 2011. Ruolo che impatta in modo troppo selettivo sulla disponibilità delle coppie aspiranti: scoraggiandole anziché valorizzandole.

Afferma Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. «Eliminare subito l’intervento dei Tribunali per i Minorenni nel rilascio delle idoneità, trasferendo tale compito ai Servizi Sociali in collaborazione con gli Enti Autorizzati, come peraltro avviene in tutti i maggiori Paesi europei, aiuterebbe notevolmente a superare la logica di aspra selezione che oggi penalizza le coppie italiane che si rendono disponibili ad adottare». E aggiunge: «Senza contare che l’eliminazione dei costi relativi ai Tribunali per i Minorenni, dei quali giustamente l’Onorevole Bobba chiede riscontro – inclusi quelli relativi all’attività che i Tribunali per i Minorenni svolgono per la ricezione delle disponibilità all’adozione internazionale, per le già citate dichiarazioni della relativa idoneità e per la verifica delle sentenze di adozione, pronunciate all’estero – comporterebbe un importante risparmio indirizzabile a vantaggio degli adottanti di bassa fascia di reddito. Solo così possiamo scongiurare il rischio che le adozioni internazionali, in Italia, siano “una cosa da ricchi”».

Infatti gli attuali costi di un’adozione internazionale prevedono una quota italiana e una relativa al Paese estero in cui si adotta e, a seconda di quest’ultimo, variano mediamente dai 15 ai 20mila euro. Una cifra decisamente scoraggiante, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, capace di mettere a dura prova il bilancio delle famiglie italiane che optano per l’accoglienza.