Kafala e bambini abbandonati, Vincenzo Spadafora, Garante per l’Infanzia: “Ci vuole una legge e deve essere approvata entro il mandato di Monti”

L’infanzia italiana è in difficoltà, e anche la sua Autorità Garante non se la passa bene. Raggiungiamo Vincenzo Spadafora, Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, per un’intervista a tutto campo sui diritti dei minori senza famiglia nel nostro Paese; ma l’esordio, se pur ineludibile, non è dei più confortanti. «Vale la pena iniziare dicendo che il nostro Ufficio – precisa Spadafora – non è stato messo in condizione di lavorare. Non abbiamo ricevuto il regolamento interno, che deve essere approvato dal presidente del Consiglio dei Ministri e che ci permetterà di operare. Lo aspettiamo entro la fine di luglio. Questo è frutto di un’anomalia che ho intenzione di cambiare, permettendo invece all’Authority che rappresento di potersi dotare autonomamente di un regolamento specifico, senza dover dipendere dalle istituzioni e dalla politica».

Sono due le vergogne italiane in tema di mancato rispetto dei diritti dei minori: la colpevole assenza di una banca dati dei minori adottabili e una grave crisi delle adozioni nazionali e internazionali. Che cosa sta facendo il Garante Nazionale?
In questi primi mesi di lavoro stiamo componendo un quadro complessivo della situazione. Per quanto riguarda la Banca dati, della cui creazione è stato incaricato il Dipartimento di giustizia minorile del Ministero della Giustizia, ho appreso che la sperimentazione iniziale avvenuta a Torino e a Bari verrà estesa in tutto il Paese in tempi brevi. Il problema è che in Italia con “tempi brevi” si intende un’attesa fin troppo lunga. Sono molto preoccupato dal fatto che proprio quel Dipartimento sia stato oggetto di provvedimenti del Governo che lo volevano chiudere, e che il mio intervento, tra gli altri, ha scongiurato. Tutt’ora il Dipartimento si trova in una situazione di precarietà assoluta, essendosi dimesso pochi mesi fa il nuovo Direttore. Su queste basi, in vista di un chiarimento sull’attuazione della Banca dati, ho chiesto appuntamento al Ministro Paola Severino per discutere il tema, contando di ottenere risposte già entro le ferie estive.

Che cosa sta facendo per contrastare la crisi delle adozioni?
Le modalità burocratiche nelle quali si svolgono le adozioni sicuramente scoraggiano le coppie: riceviamo spesso segnalazioni da parte dei cittadini sull’insostenibilità del percorso. Intendo dare inizio a un’analisi delle procedure in atto nei Paesi europei, così da poterle confrontare con le nostre. Inoltre ho in mente di coordinarmi con i Garanti Nazionali degli altri Stati europei per dare una soluzione corale alla crisi.

Il Gruppo CRC, il 5 giugno scorso, ha raccomandato all’autorità che lei rappresenta di avviare momenti di confronto sulla kafala. Perché non intervenire immediatamente su questa emergenza, per di più visto che vi sono diversi disegni di legge in giacenza in Parlamento? Ci si aspetta che lei prenda una posizione forte.
Questa posizione è già stata presa. Sottolineo che si tratta di una sfida integrale per il nostro Paese, che parte dal campo culturale. Io lamento la mancanza di attenzione da parte dei precedenti Governi su questo tema, contro la fortissima consapevolezza del mondo delle associazioni e degli enti autorizzati. Ho chiesto un incontro ai due Ministri dell’Interno e degli Affari Esteri, con i quali il Gruppo CRC mi ha chiesto di collaborare. È necessario portare attorno allo stesso tavolo le decine di proposte che giacciono in parlamento e operare una sintesi fra le varie posizioni politiche. Poi, da qui al prossimo autunno, riformulare le proposte per arrivare a una legge entro la fine di questa legislatura, prevista per i primi mesi del 2013.