Repubblica Democratica del Congo: Goma è sotto assedio, i ribelli del M23 avanzano

“Una leggenda racconta che Dio, quando ha creato il mondo, qui è inciampato e gli si è rovesciato il sacchetto di pietre preziose.” E’ un racconto che si sente spesso da queste parti, in questa piccola regione del nord-est della Repubblica Democratica del Congo, il Nord Kivu.

La regione è ricchissima d’oro, diamanti e coltan (indispensabile per i microchip): sarebbero questi in parte gli interessi che stanno dietro alle rivendicazioni politiche del M23 (Movimento 23 marzo), la ribellione che sta scatenando una vera e propria guerriglia in Congo.

Il movimento 23 Marzo è un gruppo paramilitare costituito da ex ribelli del Congresso nazionale di difesa del popolo, integrati nell’esercito nel 2009, dal quale hanno disertato sette mesi fa. Dalla nascita della nuova ribellione del M23, diversi rapporti Onu hanno evidenziato le responsabilità del Rwanda e dell’Uganda, paesi confinanti con l’Est congolese, che fornirebbero sostegno politico, militare e logistico agli insorti.

Sabato scorso i ribelli e l’esercito regolare hanno ripreso a combattere nei pressi di Kibumba, 30 km a nord di Goma. Da allora i miliziani hanno continuato ad avanzare in direzione del capoluogo. Il Movimento 23 marzo, dopo aver raggiunto Kibati (a 17 km) è arrivato alle porte di Goma, provincia del Nord Kivu, scatenando il panico in città e causando migliaia di sfollati nelle strade (Fonte: Misna.it e Avvenire).

Il governo congolese punta il dito proprio contro il vicino Rwanda, accusato di mandare truppe in appoggio dei ribelli. La battaglia è arrivata in città, dove sono iniziati gli scontri. C’è forte preoccupazione per le possibili conseguenze sui civili e sulle organizzazioni internazionali che operano sul territorio.

Tra le ONG presenti sul territorio c’è anche Ai.Bi., e attraverso i suoi operatori in loco verificherà non appena possibile le condizioni degli istituti e dei bambini in attesa di una famiglia.