Iraq: il numero di orfani è arrivato ad un milione

L’Iraq è un paese dilaniato da una guerra, non ancora conclusa, che dura da oltre 10 anni e che ha letteralmente spazzato via dalla vita del paese intere generazioni. Oggi il sanguinoso conflitto non si è ancora concluso ma sono già evidenti i buchi neri lasciati da questa scia di morte.

La rete televisiva BBC si e’ addentrata in un orfanotrofio di Bagdad e ha scoperto una realtà impressionante: in Iraq il numero degli orfani si sta avvicinando al milione e mancano le strutture necessarie per garantire agli orfani iracheni un futuro lontano dalla povertà e dal richiamo del terrorismo.

I giornalisti inglesi prendono ad esempio la storia di Saif, un dodicenne che ha perso entrambi i genitori in un attacco terroristico avvenuto nel 2005 nella provincia di Diyala. “Non ricordo nulla”, ha bisbigliato, “Ero piccolo. Un uomo mi portò via e mi disse cos’era accaduto a mia madre e mio padre. Non c’è più vita quando perdi i genitori”.

Saif vive oggi in un orfanotrofio dove gioca coi videogame, canta e sogna di diventare un attore, ma la crisi sociale dei nuovi orfani è profonda in un paese che possiede solo 200 tra assistenti sociali e psichiatri, per una popolazione che supera i 30 milioni di abitanti e che non ha nessuna infrastruttura legale per la protezione dell’infanzia.

Infrastruttura che non arriverà presto: i funzionari del governo iracheno hanno ammesso che qualsiasi riforma proposta al parlamento viene regolarmente bloccata dalle lotte intestine delle varie fazioni politiche.

L’orfanotrofio nel centro di Bagdad dove vive Saif era stato eretto con delle donazioni private e oggi è in mano ad un uomo di nome Hisham Hassan, che ha ammesso alla BBC di essere a malapena in grado di assistere alle sofferenze dei suoi orfani.

I giornalisti inglesi hanno raggiunto il vice ministro per gli Affari sociali, Dara Yara, che ha dichiarato: “Abbiamo pochissimi fondi per mandare avanti gli istituti, abbiamo disperatamente bisogno di una riforma sociale, che non arriva, per affrontare questa ingente crisi umanitaria. I terroristi aspettano questi bambini al varco, con promesse che, dopo anni trascorsi nello squallore di un istituto, li alletteranno come oro.”