Adozioni Internazionali: ” Questa riforma non s’ha da fare! “. Patetico e anacronistico documento di tre nostalgiche associazioni

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Sono appena stati pubblicati i dati da parte della CAI sul crollo delle Adozioni Internazionali avvenuto nel 2102 (meno 23%) ma per ANFAA, CIAI e CNCA la crisi non esiste, anzi è una notizia inventata ad arte da Ai.Bi.

È questa la conclusione esposta in un loro recente documento fatto girare tra i tavoli istituzionali con il fine di convincere le autorità e l’opinione pubblica che “va bene tutto così” e che non è necessario modificare alcunché del nostro sistema di Adozione Internazionale, sistema che, fra altro, ci viene invidiato da tutti i paesi europei !

 

A leggere il documento ( qui riportato) predisposto da ANFAA,  CIAI e CNCA, a cui si è’ aggiunta la sconosciuta Batya, nel tentativo di sfatare le proposte di riforma dell’Adozione Internazionale elaborate da Ai.Bi., spunta più volte il sorriso per la povertà delle osservazioni riportate e una curiosità: che ANFAA e CNCA siano contrarie all’adozione internazionale non è un dato nuovo, ma che vi figuri il CIAI, questa sì è una “speciale” novità! Evidentemente il CIAI, da Ente Autorizzato, quindi esperto di adozioni internazionali, fiutando nell’aria le difficoltà che sempre più si addensano nel settore in questione e prevedendo di non riuscire più a lavorare in esso (non per niente ha quasi raddoppiato i costi Italia portandoli a 6.900,00 euro!), starebbe riflettendo sull’opportunità di rinunciare all’autorizzazione della CAI per l’ adozione internazionale per buttarsi a capofitto nelle attività di cooperazione internazionale.

Ci riserviamo, nelle prossime settimane, di analizzare i vari punti del documento, come fatto per quello scritto in precedenza dall’ex presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione Piergiorgio Gosso,  al fine di fornire elementi per un sereno giudizio da parte dei lettori e dei futuri legislatori.

Ci preme però subito osservare che qui siamo in presenza di due culture: da una parte, chi crede che l’adozione sia un’ accoglienza da restringere sempre di più, limitandola a coppie duramente e rigidamente selezionate, ed è il caso delle quattro realtà (ANFAA, CIAI, CNCA e Batya), dall’altra, chi viceversa crede che adottare sia un  ” diritto naturale ”  di ogni coppia la quale , però, per raggiungere l’obiettivo di un  legittimo desiderio, deve essere umanamente e  professionalmente accompagnata in tutto il percorso di accoglienza. Due culture a confronto: chi dice di stare dalla parte dei bambini e non degli adulti; chi è invece dalla parte dei bambini perché vengano accolti da due adulti che intendono dare un futuro di amore alla loro nuova famiglia.

Volete chiamarla “demagogia?” Accomodatevi pure! Noi la definiamo diversamente: una risposta ad una vocazione di amore. Ma forse per comprendere tale affermazione occorre veramente “stare dalla parte dei bambini”, cioè farsi piccoli come loro e iniziare a vedere il mondo con i loro occhi e non solo e sempre con i nostri.