Uno Mattina e il mito dei fallimenti adottivi. Melita Cavallo: “Non adottate bambini grandi!”. Ma nessuno dice quante sono le adozioni fallite!

unomattina_adozioni “Sono contraria a dare in adozione bambini grandi. Assistiamo al fenomeno di bambini rifiutati dopo un mese, una settimana, due mesi, quindi immediatamente. E’ chiaro che si tratta sempre di bambini grandicelli perché molto spesso il bambino tira fuori una storia terribile di abuso sessuale, di maltrattamenti gravi, che la coppia non regge “.

Questo il terroristico messaggio veicolato dalla presidente del Tribunale dei Minori di Roma, Melita Cavallo durante la trasmissione Uno Mattina, il programma condotto da Franco Di Mare ed Elisa Isoardi, andato in onda ieri su Rai Uno alle ore 9.35.

La trasmissione ha posto il focus sui fallimenti adottivi per cercare di capire quali siano i bambini a rischio, su cosa fare per evitare le restituzioni, su come curare i minori che hanno storie per cui si richiede un’attenzione particolare, su quali siano le conseguenze delle storie difficili.

Ma un dato fondamentale è mancato: quante sono le adozioni internazionali che falliscono, cioè coppie adottive che non vogliono più il loro figlio adottato e lo riportano in Tribunale? Di quanti casi parliamo? È un problema esteso o riguarda poche decine di adozioni? E ancora: falliscono solamente le filiazioni adottive o anche quelle biologiche? Sono più le prime o le seconde?

Eppure qualche dato, almeno stando ai Quaderni della Ricerca Sociale 19 – Bambini e Bambine fuori dalla famiglia di origine, Min. Lav. e Pol. Soc., al 31 dicembre 2010”, ci sarebbe ed è anche molto significativo: ad oggi sulle migliaia e migliaia di adozioni internazionali realizzate da coppie italiane (ricordiamo che solo negli ultimi tre anni sono stati adottati quasi 12.000 minori provenienti dall’estero) ci sarebbero nei 29 Tribunali dei Minori solo 235 bambini provenienti da un precedente fallimento adottivo, quindi una percentuale che non arriva nemmeno al 2% dei totale delle adozioni internazionali realizzate.

Sono solo questi i fallimenti adottivi? Gli altri minori sono già stati adottati? (quindi non sono fallimenti).

Ma non è tutto. Quanti di questi 235 bambini provengono da adozioni nazionali e quanti da quelle internazionali?

Se la memoria non ci inganna, una ricerca presentata dall’istituto degli Innocenti, un paio di anni fa, stimava che i fallimenti adottivi di adozioni nazionali fossero il doppio di quelli internazionali.

Quindi se dovessimo dar credito alla ricerca su esposta, staremmo parlando di soli 70 casi di fallimento di adozioni internazionali !!!

Certo questi dati fanno riflettere, come fa riflettere la posizione della Dottoressa Cavallo che per paura di pochi fallimenti adottivi, nega a migliaia di minori la possibilità di avere un’ultima opportunità nella loro vita.