Ghana, dove ancora esiste la schiavitù: sono 24 mila i bambini “pescatori”

pescatoriAll’età di sei anni, James Kofi Annan fu venduto come schiavo. La sua famiglia non ne era felice ma non aveva alternativa. Era troppo povera per resistere a questo “ricatto”. James fu portato nei villaggi di Yeti, Buipe e altri sobborghi circostanti, che sono ancora le destinazioni principali dei bambini vittime della tratta per il lavoro di pesca in Ghana. Lì, il piccolo James lavorava per almeno 17 ore al giorno e, insieme ad un esercito di piccoli “servi”, si impegnava giorno e notte in lavori pericolosi sul fiume più lungo del paese. Questo avveniva lungo il Volta Bianco, che sorge in Burkina Faso, scorre verso sud per più di 600 km, per sfociare poi nel lago artificiale più grande del mondo, il lago Volta.

Ancora oggi i bambini ghanesi vivono da schiavi, lavorano per più di quindici ore al giorno sui barconi e dentro al lago, non hanno cibo a sufficienza (mangiano solo una volta al giorno, la sera, una zuppa leggera), e vivono in condizioni igienico-sanitarie disumane. Alcuni di loro muoiono perché, pur non sapendo nuotare, sono obbligati ad andare a disincagliare le reti che si impigliano sul fondo del lago. Vanno giù e non ritornano più su.

Altri bambini annegano dopo essere stati trascinati dalle correnti del lago, sfiniti per le intere giornate passate a pescare per i propri padroni. Quelli che sopravvivono alla fame e alle botte soffrono tuttora di forti problemi psicologici e psicosomatici. Hanno difficoltà a guardare negli occhi il loro interlocutore, forse per la sudditanza psicologica che hanno subito. Sono magrissimi, il loro corpo è pieno di lividi e fratture, a testimonianza delle percosse subite.

Sorte forse ancora più crudele viene riservata alle bambine che devono lavorare per il padrone, preparare il cibo, pulire la capanna e spesso, troppo spesso, i padroni abusano di loro quando hanno appena sei o sette anni. E questo accade nel 99% dei casi.

James e i suoi sfortunati compagni di pesca lavoravano di notte o la mattina molto presto e dovevano tuffarsi di continuo nell’acqua fredda e profonda. Ma James non riuscì a resistere, e dopo 7 anni di sfruttamento scappò tornandosene a casa sua, per la gran gioia di sua madre. Meno quella del padre…

James arrivò a 14 anni senza saper scrivere né leggere. Sognava di poter un giorno imparare l’inglese perché sapeva che gli avrebbe potuto cambiare la vita, per sempre. Iniziò allora a stringere amicizie coi bambini che frequentavano l’asilo per poter usare i loro libri e imparare almeno le lettere. Iniziò a lavorare per mantenere se stesso a la sua famiglia e coi i pochi soldi che riusciva a mettere da parte, decise di iscriversi a scuola. Aveva così tanta fame di imparare, che il suo costante impegno lo portò a raggiungere dei risultati incredibilmente alti agli esami. James ha tenuto duro fino a laurearsi all’università. E il suo inglese nel tempo diventò quasi perfetto, tanto da fargli ottenere un importante lavoro alla prestigiosa Banca Barclays in Ghana.

Da bambino pescatore schiavo, a manager di una delle banche più importanti al mondo.

Con la libertà, l’educazione, e il benessere, James ha deciso di aiutare la sua comunità, e la missione della sua vita è diventata quella di proteggere i piccoli pescatori della tratta del Volta.

Alimentato in egual misura dall’amore per i figli della sua terra e dalla rabbia per le ingiustizie che la povertà implica, James ha lavorato per gli ultimi 13 anni per combattere la schiavitù moderna dei bambini, e riscattarli con l’istruzione.

Nel 2003 James fonda il “Challenging heights”, diventata oggi un’organizzazione non governativa che lavora per i diritti all’Infanzia e che mira a proteggere i circa 24.000 bambini che annualmente cadono vittima del lavoro minorile della pesca in Ghana. Per finanziarla, ci investe più della metà del suo stipendio personale e ci lavora nel tempo libero.

Nel 2007, decide di lasciare la banca per dedicarsi completamente alla sua creazione. Ha aperto una scuola, dove gli adulti (ex bambini schiavi) possono studiare con i bambini vulnerabili alla tratta che, grazie allo studio, sfuggono alle grinfie dei trafficanti di bimbi pescatori.

L’incredibile vicenda umana di James è stata oggetto di un documentario dal titolo ‘Senior James and the White Volta Children’.

Anche Ai.Bi. contribuisce ad aiutare i bambini vulnerabili e quelli di strada che vivono nella regione del lago di Volta, con il centro privato d’accoglienza “Living Faith Foundation” che ha sede nella città di Sogakope. Il progetto, oltre ad accogliere i piccoli abbandonati, comprende anche una scuola per bambini, frequentata non solo dai minori abbandonati dalla loro famiglia biologica per motivi di povertà e accolti nel centro, ma anche da quelli della comunità locale.

Se anche voi volete contribuire ad aiutare i piccoli ghanesi a studiare, sfuggendo così alle grinfie del traffico dei minori per la pesca, visitate il sito del sostegno senza distanza.

 

Fonte: White Volta Film