Se lo Stato intervenisse sulle adozioni dall’India

 

8Sono un papà adottivo di un bambino indiano arrivato in Italia a seguito di un adozione internazionale piuttosto sofferta e caratterizzata da lungaggini burocratiche, il più delle volte pretestuose e futili, da parte dei tribunali indiani. La nostra lunga attesa è stata in parte dovuta agli stessi motivi peri quali non veniva ancora celebrato il processo ai due marò italiani di cui tanto si sta parlando. Oggi, a quasi due anni dall’ arrivo del nostro bambino in Italia, ci sono altre coppie che avevano iniziato il percorso adottivo con noi, che stanno ancora aspettando che il giudice incaricato evada le pratiche. Questi bambini, già abbinati ai loro genitori, stanno aspettando di abbracciare i loro papà e mamme ormai da due acuii e mezzo. Lo Stato italiano nel caso dei due militari, che hanno scelto consapevolmente una carriera non esente da rischi, si è adoperato con i mezzi, anche a mio giudizio non troppo leciti, che aveva a disposizione impegnando a fondo le proprie forze diplomatiche. Tale dimostrazione di intenti invece non è mai stata palesata nel caso delle famiglie adottive che devono combattere praticamente da sole, spesso soverchiate da pesi emotivi. La mia preoccupazione è che l’attuale situazione venutasi a creare a seguito del mancato impegno del governo italiano a fare rientrare i militari in India possa ulteriormente compromettere l’equilibrio già precario nel quale si trovano questi orfani indiani.

( Repubblica 16 Marzo 2013)