“Pronto? … Fra due ore arriva un bambino di 18 mesi: siete pronti ad accoglierlo?”

casa famOre 22: tutti pronti per andare a letto. Domani sarà un giorno speciale, indimenticabile… la nostra famiglia, infatti, si allargherà: arriverà un altro piccolino, di soli 18 mesi! Chissà se i bambini saranno pronti ad accoglierlo…

Grugrugru… la moka del caffè, bipbip il microonde che riscalda il latte.

Toc toc è l’ennesimo richiamo di mio marito a Giulia che non esce dal bagno, ma, si sa, preadolescenza e capelli non sono alleati e quelli di Giulia hanno poi un’insolita predisposizione alla ribellione e all’increspatura, un po’ come lei che è da noi da un paio di mesi; ma il tempo corre e così i bagni, anche se ne abbiamo due, non bastano mai!

È quello che succede in tutte le case tutte le mattine…e fra “è tardi, dai fai presto” “hai preso l’abbonamento?” “sì, ti ricordi che dopo scuola vado da Fabio a studiare?”, passando anche per “Pomeriggio accompagno Mario e Claudia a basket, mentre l’educatrice accompagna Paola all’incontro con la mamma”, “sì, Mario, tu ce l’hai domani l’incontro…” ci si prepara.

I più grandi escono da soli e i piccoli con me, perché nel frattempo mio marito è uscito per andare al lavoro.

Prima di rientrare passo a fare la spesa perché la dispensa è vuota, e poi mi dedico a sistemare casa…a parte i letti che i ragazzi più grandi si fanno da soli, c’è parecchio da fare. DRIN il telefono è Silvia, la nostra responsabile di struttura, è lei che tiene i contatti con i servizi sociali dei ragazzi accolti, e infatti mi chiama per dire che l’incontro di Mario con la madre è saltato perché la signora sta di nuovo male. Non ci voleva, Mario, 6 anni, è con noi da 6 mesi, aspetta tutta la settimana di vedere la sua mamma, che purtroppo soffre di una grave forma di depressione e fa molta fatica a occuparsi di lui. Dovrò dirglielo stasera e non sarà facile. A pranzo arriva Giulia, solita chioma e solito umore “a scuola tutto ok, devo fare inglese per domani”… inglese, io sono imbranata … per fortuna che alle 14.00 arriva Carla, la nostra educatrice. Lei ci supporta nella quotidianità: per i compiti, per gli accompagnamenti dei ragazzi nei vari impegni, e negli interventi educativi da fare, ci confrontiamo rispetto ai contenuti e alle modalità delle varie comunicazioni…

Ed ecco che è già ora di andare a prendere Davide alla scuola dell’infanzia, e poi Claudia , Mario, Paola alle elementari. A casa per la merenda, poi Carla accompagna Paola all’incontro con la mamma e io gli altri due a Basket. Giulia, mi dice che ha sentito via Facebook le sue amiche e vanno a prendere un gelato, mi raccomando di non fare tardi.

Poi preparo la cena e rientra anche Francesco, dopo il suo pomeriggio di “studio” da Fabio, hanno istituito questo momento in previsione dell’esame di maturità… dell’anno prossimo… un pomeriggio alla WII? “tutto bene? “ “Sì mamma!” Puoi apparecchiare? “per quanti?” mi chiede .. “ah ecco io, Osvaldo, Francesco, Claudia, Giulia, Mario, Claudia, Paola, Davide… e Carla.. dunque 10”.

DRIN, di nuovo Silvia, ha chiamato perché un bambino ha bisogno di essere accolto, 18 mesi tolto per un provvedimento urgente … arriverebbe fra un paio di ore, e chiede se ce la sentiamo”. Probabilmente sa già che cosa risponderemo, ma lei ce lo chiede sempre perché è importante che le scelte rispetto agli inserimenti siano condivise e che la famiglia abbia l’ultima parola. E così, in un lampo valutiamo le dinamiche fra i nostri ragazzi, decidiamo che siamo pronti a rimettere in gioco gli equilibri e diciamo di sì. Durante la cena avvisiamo i ragazzi del nuovo arrivo, e le reazioni sono diverse chi ride, chi borbotta un “che lagna un piccolo”, e poi partono le domande su cosa fanno i più piccoli. Dopo cena arriva questa piccola Samantha, 18 mesi. Dorme. La lasciamo riposare perché quando si sveglierà si ritroverà parte della nostra numerosa e chiassosa famiglia.