Sposarsi a 50 anni e avere due figlie: una con l’adozione internazionale, l’altra con il sostegno senza distanza

HOPEGentile Alberto, come da recenti accordi telefonici le invio questa mail per confermarle il nostro interesse per un eventuale sostegno senza distanza di una bambina africana. Questo è il desiderio della nostra piccola Jeanne di anni 11 per la legge (10 per la natura) recentemente adottata in Africa e giunta in Italia il 1 dicembre 2012. L’età mia e quella di mio marito non ci consentono più un’altra adozione così come il trauma subito causa Tribunale dei Minori di Genova, un incubo durato 56 mesi (ricorso in Corte d’Appello ecc.). Jeanne desidera molto una sorellina “come lei”. Questo sostegno senza distanza potrebbe legare per la vita due bimbe in cerca di amore. La prego, si ricordi di noi. A presto

A scrivere questa breve ed intensa mail è stata Anna, di cui vogliamo raccontare l’incredibile storia. L’abbiamo intervistata per capire meglio la sua esperienza sia con le adozioni internazionale che con il sostegno senza distanza.

Quando ha deciso di adottare un figlio?

Mi sono sposata nel 2007 quando sia io che mio marito avevamo più di 50 anni, e abbiamo deciso di avere un figlio quando ormai la natura non lo consentiva più. Abbiamo quindi avuto il coraggio e la forza di intraprendere la strada delle adozioni e di fare richiesta di idoneità nel 2008, a un solo anno dal loro fatidico sì, cosa che poteva costituire un forte limite all’adozione. Però non ci siamo demoralizzati e siamo andati avanti, dando la nostra completa disponibilità sia per bambini grandi che per quelli più piccoli, maschi o femmine … era davvero indifferente!

Avevate in mente dei criteri particolare per l’adozione?

Assolutamente no. Abbiamo fatto 2 richieste per l’adozione nazionale, e in contemporanea una per quella internazionale. Non avendo mai avuto un riscontro dalle prime due, l’opzione di quella internazionale è venuta un po’ da sé. Ci hanno prima proposto la Nigeria, ma il periodo di permanenza nel Paese era di 7 settimane, troppe! Avevo la mamma gravemente malata, ed essendo io figlia unica, avrei dovuto lasciarla da sola con un’infermiera a casa per tutto quel tempo e non me la sentivo… poi c’era il forte rischio di partire, e non ritrovarla in vita al mio ritorno quindi ho preferito cercare altre alternative.

E quindi vi siete bloccati?

No, no! Siamo andati avanti, imperterriti! Abbiamo quindi optato per l’Africa e quando ci hanno proposto una bambina grandicella, abbiamo accettato subito. Ad aprile del 2012 abbiamo visto la prima foto di nostra figlia: Jeanne. Abbiamo passato l’estate a guardare la sua foto e ad aspettare impazienti il nostro viaggio per incontrarla. Anche mia mamma ha passato tutto il tempo a guardare la sua nipotina. E speravo davvero che potessero incontrarsi… ma il fato ha voluto diversamente. Ha voluto che l’entrata nella mia vita di mia figlia si intrecciasse con l’uscita di mia mamma…

All’inizio di novembre del 2012, infatti, la madre di Anna è venuta a mancare. Il funerale è stato celebrato a Genova il 7 novembre. Il 23 dello stesso mese sono partiti alla volta dell’Africa per andare ad incontrare Jeanne.

Purtroppo mia mamma non l’ha potuta incontrare ma sono certa che la guarda da lassù …

Nel giro di una settimana, abbiamo finalmente potuto vedere, abbracciare e baciare la nostra piccola, e l’abbiamo portata a casa, a Genova, per iniziare insieme una nuova vita. Lo sbalzo tremendo di temperatura, dal caldo dell’Africa, al freddo umido e del piovoso inverno genovese, le hanno portato tanta influenza ma adesso sta meglio! Con il tempo Jeanne ha imparato a parlare l’italiano e anche un paio di parole in genovese, e in questo è molto più brava lei del papà lucano!

Come siete arrivati al Sostegno Senza Distanza?

Con il passare del tempo, assaggiando il sapore della genitorialità, abbiamo per un attimo desiderato di avere un secondo figlio, per dare alla nostra piccola un fratellino o una sorellina con cui giocare e condividere momenti importanti della vita. Ma non potevamo più fare un’altra adozione per le varie difficoltà burocratiche, per la lunghezza dell’iter, e poi noi abbiamo già un’età avanzata. Allo stesso tempo, però, non volevo privare la mia bambina di avere comunque un fratellino o una sorellina, se non fisicamente qui, almeno a distanza. Ed ecco allora che abbiamo pensato di adottare a distanza una bambina, sempre in Africa, perché ormai siamo molto legati a quel Continente. Abbiamo scelto il Maghreb e abbiamo deciso di accogliere nei nostri cuori una bambina dal profilo molto simile a quello di Jeanne: abbandonate entrambe a poche ore dalla nascita dalle loro madri e ritrovate poi per strada da passanti che per fortuna le hanno portate in istituti dove sono state accolte e protette. Abbiamo anche pensato di andarla a trovare un giorno, e sarà davvero emozionante far incontrare le due sorelline, unendo così tutta la famiglia!