Usa: Il dramma dei ragazzini abbandonati perché gay

gayNegli Usa ormai li chiamano i GLTB, un anagramma che li include tutti: i ragazzini gay, le teenager lesbiche, i transessuali e i bisessuali.

Per loro – per i loro matrimoni, per il loro diritto ad adottare – combattono adesso Senato e Corte Suprema, visto che quest’ultima si è riunita a Washington il 27 marzo per cominciare a dibattere il futuro dei matrimoni gay.

Ma alle spalle di questa popolazione ci sono i minorenni con le loro storie devastanti: il 40% dei senzatetto dei 50 stati dell’Unione sono tutti minorenni GLBT. Buttati fuori di casa da genitori che non sopportavano di avere un figlio ‘diverso’, respinti dalle famiglie adottive come dei paria o da quelle affidatarie che non volevano portarsi in casa un ragazzino che ammetteva apertamente di avere delle preferenze sessuali per un partner come lui o come lei.

Le ultime statistiche risalgono al 2002 e gli assistenti sociali sanno che in un decennio la situazione è peggiorata: il Governo federale aveva calcolato che quasi due milioni di americani vivevano in strada e che il 40% fosse minorenne e che quasi la metà avesse meno di 5 anni.

E se nella popolazione americana solo il 10% dei minorenni si dichiara GLTB, tra i senzatetto la percentuale sale al 40%

Los Angeles, ad esempio, vive da anni il crescente dramma dei minorenni usciti a 18 anni dal foster care con una valigia e un assegno di 500 dollari dato loro, come un triste buonuscita, dal foster care locale: nessuno li vuole, tranne i magnaccia del giro della prostituzione, quella schiavitù nella quale spesso finiscono senza più speranza.

Il sito Lambda Legal, ad esempio, cita il dramma di questi minorenni che dovrebbero essere protetti dal Tribunale dei minorenni ma che invece sono ad alto rischio di suicidarsi, di essere infetti dall’Aids e di venire violentati.

Lo scorso dicembre il settimane New Yorker aveva inoltre pubblicato un ampio reportage sui minori che vivono nelle strade di New York. La giornalista, Rachel Aviv, spiega: “Il 40% dei senza tetto di tutta l’America è composta da ragazzini gay, transessuali e lesbiche. Molti sono scappati da una famiglia affidataria, dove erano stati abusati o trattati come dei paria, altri sono stati buttai fuori di casa dai genitori per questioni religiose.”

La Aviv ha intervistato, tra gli altri, Ryan: una ragazzina che a 15 anni aveva detto a sua madre di voler diventare un maschio.

Il mio corpo mi ha sempre tradito. Guardami, ascolta la mia voce. Sono un ragazzo in un corpo da donna” aveva confessato ma sua madre l’aveva buttata fuori di casa. All’intervistatore Ryan ha raccontato la sua vita: “Vivo in strada con altri GLTB, ci raccontiamo le nostre storie. Molti sono scappati dal foster system, dopo che le famiglie li avevano picchiati o gettati fuori di casa per aver ammesso di essere omosessuali.

A New York, ad esempio, queste centinaia di minorenni cercano spesso ospitalità presso gli ostelli per la gioventù, ma quest’ultimi sono strapieni e molte notti li buttano in strada.

Nel settimanale viene descritta la vita di Samantha, scappata dalla Florida su un bus, che trascorre le notti a Central Park con alcuni amici, abbandonati come lei. Ryan, invece, fa da padre alla sua ‘famiglia’: ragazzini più piccoli che si fidano di lui e di Sasha, la loro ‘zia gay’ una ragazzina che insegna loro come guadagnarsi da vivere con la prostituzione.

Nel Greenwich Village c’è poi un’altra comunità di donne transessuali che insegna alle ragazzine, che fino a pochi mesi prima erano dei maschi, come mettersi il trucco e vestirsi.

E poi l’amara verità: “Se anche tornassimo nel foster care, quale famiglia accetterebbe di adottare o anche semplicemente accogliere uno come noi?

New York è solo uno dei tanti microcosmi urbani dove questi orfani americani vanno a sopravvivere in gruppo. Il foster system, già oberato dall’infanzia abbandonata e dalla mancanza di famiglie adottive, non fa nulla per loro e diventano invisibili in un mondo che non sa come accettarli o amarli.

(Fonte: oblogdeeoblogda.me )