Romania: la crisi economica aumenta gli abbandoni dei minori

(Bucarest) In Romania la crisi economica mette in ginocchio le famiglie, con gravi conseguenze sulle condizioni di vita dei bambini. A darne notizia è uno dei più autorevoli quotidiani romeni, il “Curentul”.

Nelle zone rurali e in particolar modo a Iasi, è in aumento l’abbandono minorile da parte delle famiglie che hanno più di tre figli. Tra gennaio e febbraio la Direzione Generale per la Protezione dei Diritti dell’Infanzia ha registrato 600 casi di richiesta di protezione (procedura prevista per tutelare i minori abbandonati). Un dato allarmante; le richieste registrano una crescita del 30% rispetto all’anno precedente. Ogni giorno le autorità competenti ricevono dalle 10 alle 12 richieste, attivate per lo più dagli stessi genitori, come afferma Tiberiu Bantas, portavoce della Direzione per la Protezione del Bambino della regione di Iasi.

Drammatica la situazione anche nel distretto di Vaslui, a nord della Romania, dove sono state 39 le famiglie ad essersi rivolte ai servizi sociali per dare in affido i propri figli. Il peggioramento delle condizioni economiche resta la causa principale.

Per far fronte all’aumento degli abbandoni, le istituzioni hanno dichiarato che assumeranno nuove assistenti maternali, educatrici pagate dallo Stato per assistere i bambini in difficoltà.

Secondo Ai.Bi. la proposta non è comunque una soluzione. Le assistenti maternali sono delle impiegate dello Stato che non solo non  seguono un adeguato percorso di formazione ma che si occupano dei bambini esclusivamente perché pagate.

I bambini abbandonati hanno al contrario bisogno di genitori affidatari o adottivi. Nel 2008 erano 18.000 le assistenti assunte per occuparsi di circa 20.000 bambini allontanati dalla famiglia.

 L’abbandono non si risolve con l’assistenza ma con politiche sociali destinate a garantire che ogni bambino possa essere figlio.

La Romania è l’unico paese dell’Est Europa in cui non si è creata un’associazione di famiglie adottive o affidatarie. A peggiorare la situazione è stato il blocco delle adozioni internazionali e la paralisi di quelle nazionali.