“Serve un Ministero per la Famiglia!”. Dodici parlamentari guidati da Sberna presentano un’interpellanza al Governo Letta

delrioSe fossi stato il presidente del Consiglio avrei subito pensato ad una delega alla famiglia prima ancora che all’economia. La famiglia è il cuore pulsante della società, per questo ho proposto un Ministro della Famiglia. Personalmente penso che Graziano Delrio possa assumersi anche questa delega. Ha 9 figli. Insieme ai miei possono fare una squadra di calcio”. Così Mario Sberna, deputato di Scelta Civica ed ex presidente dell’associazione nazionale famiglie numerose. E’ lui il primo firmatario di un’interrogazione parlamentare nella quale si chiede al premier Letta di individuare un ministro delegato che si occupi di famiglia.

“Il premier individui fra i suoi ministri un delegato che si occupi di famiglia, in continuità e coerenza con il dettato della Carta Costituzionale (articoli 29, 30, 31), che non è ancora sufficientemente applicato. I padri costituenti, infatti, a suo tempo fecero una chiara opzione di valore puntando sulla famiglia come fattore fondativo della società e della ricostruzione. E adesso, al governo di larghe intese è offerta una opportunità straordinaria: prendere iniziative forti e condivise a favore della famiglia”, afferma Sberna, sostenuto da 11 colleghi di tutti i partiti della coalizione: i centristi Gian Luigi Gigli, Federico Fauttilli, Paola Binetti, Rocco Buttiglione, Lorenzo Cesa; gli esponenti del Pd, Ernesto Preziosi, Giorgio Zanin, Angelo Senaldi, Edoardo Patriarca; e quelli del Pdl, Raffaello Vignali e Raffaele Calabrò.

Le missioni di cui il nuovo eventuale ministero dovrebbe occuparsi, si legge nel testo, sono “l’adozione del fattore famiglia, il potenziamento del patto intergenerazionale, la revisione dell’Isee, nuove forme di conciliazione tra i tempi da dedicare al lavoro e quelli da dedicare alla famiglia, il riconoscimento e la valorizzazione del servizio offerto dalle donne ai bambini, ai disabili, agli anziani, ai malati cronici.

I Parlamentari ricordano che “la presidenza del consiglio è già dotata di uno specifico dipartimento, che dovrebbe occuparsi essenzialmente dell’applicazione del Piano nazionale della famiglia, approvato dopo un lungo lavoro di sintesi ed una conferenza nazionale”, e aggiungono che “quel Piano ha un approccio virtuoso su tante priorità, ma necessità di una governance complessiva, che a livello nazionale sappia operare anche in sintonia con l’associazionismo familiare.”

Nell’interrogazione al Governo Letta dai 12 parlamentari si legge anche che “esiste un osservatorio nazionale sulla famiglia, che però non può operare per mancanza di un referente istituzionale, se il presidente del consiglio dei ministri non ritenga necessario attivare una espressa attenzione alla famiglia, conferendole visibilità politica individuando, fra i suoi ministri, un delegato che si occupi di famiglia”.

Il confronto con gli altri Paesi europei è inevitabile: “Ricordo a tutti che anche in Germania, Ursula von der Leyen, ministra Cdu per la Famiglia, madre felice di sette figli, fu molto apprezzata nei primi mesi di Grosse Koalition … E che la Francia, che ora ha aperto ai matrimoni gay, ha comunque sempre indicato figure competenti di riferimento per le politiche familiari”. Quanto al governo, Sberna aggiunge: “Rivoterei la fiducia a Letta anche subito, perché l’ho sempre stimato molto. Ma gli ho scritto due volte su questo argomento, senza ottenere alcuna risposta ancora”.

Insomma, l’Italia è rimasta indietro persino nel settore della famiglia, che rappresenta, per il 65% degli italiani, il primo gradino della scala dei valori in cui credono (secondo una ricerca realizzata dal Censis nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia).

È ora che il Governo ascolti l’appello dei dodici parlamentari, che danno voce alle milioni di famiglie italiane che da anni attendono che la politica si mobiliti per sostenerle.