Tribunale di Trieste: l’adozione è un diritto per i bambini che non hanno una famiglia idonea

girotondobimbiCon la sentenza n. 136 del 7 giugno 2013 la Corte Costituzionale ha confermato che solo il Pubblico Ministero presso il Tribunale per i minorenni ha il potere di avviare la procedura per la verifica dello stato di adottabilità dei minori.

La questione era stata sollevata dal Tribunale per i minorenni di Trieste che aveva prospettato come incostituzionale l’art. 10 della legge 184/1983 nella parte in cui attribuisce al solo Pubblico Ministero il potere di avviare tale procedura. Secondo i giudici di Trieste, infatti, analogo potere avrebbe dovuto essere previsto dalla legge in capo al presidente del tribunale per i minorenni o ad un giudice da lui delegato, e ciò poiché in tutti i casi di eventuale inerzia del Pubblico ministero ne deriverebbe una violazione dei diritti dei minori.

Il Tribunale di Trieste ha sottolineato, in particolare, che con la modifica della legge 184/1983 ad opera della legge 149/2001 la procedura è stata modificata eliminando il potere del Tribunale di avviare la procedura di adottabilità d’ufficio che nel precedente sistema era appunto prevista.

La questione sollevata dal Tribunale per i minorenni di Trieste mette in luce una situazione di estrema importanza e gravità: il caso da cui si partiva riguardava dei fratellini sottratti alla potestà dei genitori nell’anno 2007 e per i quali fino al luglio 2011, dunque per oltre 4 anni, il Pubblico Ministero si era limitato a confermare le stesse inalterate richieste di affidamento all’ente locale e di collocamento extrafamiliare presso una comunità. Il Tribunale di Trieste a quel punto aveva invece deciso di collocare con urgenza i minori presso una famiglia affidataria null’altro potendo fare sull’avvio del procedimento per l’accertamento dell’abbandono.

La Corte Costituzionale ha risposto ritenendo che la mancanza del potere d’ufficio richiesto dal Tribunale di Trieste per eventuali ipotesi di inerzia da parte del PM non si pone come incostituzionale e che l’attuale sistema è coerente con l’insieme delle segnalazioni sullo stato in cui si trovano i minori che per legge vengono presentate al Pubblico Ministero, unica figura in grado di concentrare tutte le informazioni necessarie per valutare lo stato di abbandono di un minore nel dato territorio. Secondo la Corte Costituzionale mentre il PM rappresenta l’interesse dei minori, il giudice ha una posizione di terzietà e per questo nel procedimento di adottabilità di tipo “contenzioso-partecipativo” è più corretto che il giudice, mantenendo la sua posizione di terzietà non abbia l’impulso per attivare la procedura. Perciò l’inerzia del PM potrebbe semplicemente dare luogo a profili di responsabilità.

Secondo la Corte Costituzionale, inoltre, il quesito esulava dal proprio potere di pronunciarsi sulla costituzionalità della legge attuale perché la questione sollevata dal Tribunale di Trieste si configurava piuttosto come una richiesta di innovazione, cioè di una “novità di sistema”, la cui opportunità o meno dovrebbe semmai essere valutata dal legislatore.

Certo è che non possono non essere condivise le considerazioni dei giudici minorili di Trieste che molto seriemente hanno affermato come il perdurare del collocamento extrafamiliare in assenza di progettualità e di sbocchi in tempi brevi contrasti con la legge perché questo tipo di collocamento dovrebbe essere applicato come misura contingente mentre un progetto a lungo termine di natura adozionale deve rappresentare una “misura elettiva” quando sia impossibile il collocamento nella famiglia di origine. Agendo diversamente, secondo il Tribunale per i minorenni di Trieste, vi è “il concreto rischio di una grave e irreparabile lesione del diritto alla salute – inteso quale pretesa all’integrità psicofisica e a vivere in un ambiente familiare idoneo – del bambino che si trova in uno stato di abbandono morale e materiale”.

Chissà se la strada tracciata dal Tribunale di Trieste verrà davvero raccolta dal legislatore e se altri Tribunali per i minorenni avranno il coraggio di mettere in luce i tanti altri casi analoghi in cui i PM manifestano la stessa inerzia.