Aldo Di Biagio (Scelta Civica) presenta un’interrogazione al Governo Letta per ripristinare la delega per la famiglia

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Malgrado la famiglia sia una cellula fondamentale della società, luogo di crescita e formazione dell’individuo, le politiche di supporto della famiglia vivono da anni un periodo di totale stallo che di fatto indebolisce la tenuta sociale in un momento già assai delicato per il Paese. Nel programma di interventi decisivi del Governo non può non trovare spazio un pacchetto di misure a sostegno della famiglia che parta proprio dal conferimento di una nuova delega a che serva a collocare la famiglia al centro di un’azione efficace basata su un coordinamento che sappia definire, realizzare e coordinare un insieme di misure in accordo con le sollecitazioni provenienti anche dalle realtà dell’associazionismo“.

A fare questo appello al Governo Letta, è il senatore Aldo di Biagio (Scelta Civica), che aveva già dimostrato il suo interesse per la famiglia e soprattutto per l’infanzia nel depositare al Senato, lo scorso 19 marzo 2013, il disegno di legge “Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, “Diritto del minore ad una famiglia”, in materia di adozione internazionale” (Atto Senato n. 235/2013), che si è ispirato al Manifesto di Ai.Bi., firmato da più di 14 mila cittadini, per chiedere una standardizzazione e una semplificazione dei processi burocratici adottivi e dei relativi costi.

Lunedì 1 luglio, il senatore Di Biagio, ha presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio, Enrico Letta, per ripristinare la delega governativa per la famiglia.

Non è la prima volta che il Governo riceve una sollecitazione da parte di parlamentari a nominare un referente per le politiche familiari. Nell’interrogazione al presidente della Camera, firmata anche dai senatori Maurizio Rossi (Scelta Civica), Giuseppe Compagnone (GAL) e Giampiero Dalla Zuanna (Scelta Civica), si sottolinea la mancanza della politica in un ambito che per legge prevede già degli strumenti efficaci che però non sono applicati:

la definizione di un Piano nazionale per la famiglia è stato previsto dalla Legge 27 dicembre 2006, n. 296 (finanziaria 2007), art. 1, comma 1251, con l’obiettivo di costituire: “il quadro conoscitivo, promozionale e orientativo degli interventi relativi all’attuazione dei diritti della famiglia”; nonostante la citata legge risalga già al 2006, e nonostante nel 2009 sia stato istituito l’Osservatorio nazionale sulla famiglia – DPCM del 10 marzo 2009, n. 43 – allo scopo di fornire un supporto al Dipartimento per le politiche della famiglia per la redazione del Piano sopracitato, il cammino di definizione ed attuazione di un tale intervento è stato molto lungo e solo nell’aprile del 2012 si è avuta l’ufficiale approvazione del Piano nazionale per la famiglia, un evento che l’allora Ministro della Cooperazione internazionale e per l’Integrazione ha definito Un fatto storico e condizionante le scelte politiche”.

Ci si aspetta dunque dal Governo Letta un riscontro in merito a questa ennesima chiamata da parte della politica ad operare a sostegno dei milioni di famiglie italiane che hanno da sempre esercitato una funzione di ammortizzatore sociale durante questo periodo di crisi senza vedersi riconosciuto un ruolo, né tanto meno il diritto costituzionale alla tutela e al supporto da parte dello Stato.