Adozioni internazionali. Moldova: al via la nuova legge. Dei 25 enti accreditati, 11 sono italiani.

moldova ministro valentina

Che qualcosa non andasse nel campo delle adozioni internazionali in Moldova era cosa risaputa, ma mai confermata dalla politica o dalle istituzioni. Fino al discorso del Ministro del Lavoro, Protezione Sociale e Famiglia, Valentina Buliga, che in un incontro con i giornalisti ha apertamente parlato delle ombre di questo settore e degli strumenti che il Governo ha messo in atto per migliorare il sistema delle adozioni.

 

Uno dei grossi problemi delle adozioni in Moldova è che, fino al 2010, i dati sui bambini adottabili, sui loro genitori biologici, sui loro fratelli, e sulla loro famiglia allargata, non erano disponibili.

 

Per superare questa situazione,è stato approvato il Report sulla situazione del minore, che permette la presentazione dell’informazione necessaria sullo storico del bambino, lo stato della salute, il suo profilo psico – emozionale. Allo stesso tempo, è stato istituito il Registro di Stato delle adozioni, che contiene dati sui bambini con statuto di adottabilità, nazionale ed internazionale, sulle adozioni fatte dalle istanze giudiziarie ed altre informazioni rilevanti.”

 

Un’altra grossa “ombra” è legata al fatto che finora le procedure di adozione internazionale venivano realizzate non da enti autorizzati sul territorio, ma da persone fisiche, attraverso procura. Queste avevano accesso ai dati sensibili dei minori, pur non avendone il diritto, foto comprese. E non esisteva alcun monitoraggio sulle spese degli adottanti.

 

Per migliorare questa situazione, il Ministero ha promosso il Regolamento sulla procedura di accreditamento e sul modo di funzionamento degli enti stranieri con attribuzioni nel campo dell’adozione internazionale nella Repubblica Moldova e la lista dei servizi e delle attività che l’ente può svolgere nel campo dell’adozione internazionale, il tutto approvato con Decisione Governativa. Attualmente, in Moldova ci sono 25 enti accreditati per le attività di adozione internazionale: Italia – 11, USA – 9, Spagna – 2, Israele – 1 Svizzera – 1 e Belgio – 1 ente”, ha detto la Ministra moldava e ha anche aggiunto:“I futuri genitori adottivi devono avere la possibilità di ricevere una lista dettagliata delle spese, legate al processo di adozione. Le autorità e gli enti dello Stato accogliente e lo Stato di origine devono cooperare nell’assicurare l’accesso a tali informazioni”.

 

Un’altra grave mancanza è stata l’assenza di un monitoraggio post adozione. Su questo Valentina Buliga si è espressa in modo durissimo: “Il Ministero ha il diritto di sollecitare all’istanza giudiziaria l’annullamento dell’accreditamento dell’ente straniero con attribuzioni nel campo dell’adozione internazionale nel caso di mancata presentazione dei report di valutazione post adozione, in conformità alla legge”.

 

Ultimo rilevante punto è quello della trasparenza degli abbinamenti coppie-bambini. “In base alle buone prassi internazionali, anche la Repubblica Moldova sta utilizzando, attualmente, l’applicazione dell’abbinamento preventivo in base ad una procedura ben definita, partendo dall’analisi dei dati sulla situazione degli adottanti, da una parte, e della situazione del bambino adottabile, dall’altra parte.

 

Dopo l’abbinamento preventivo di una coppia con un bambino adottabile, e dopo l’ottenimento dell’accordo al proseguimento dell’adozione dello stesso da parte della coppia, l’adottante viene in Moldova e si mette in contatto con il bambino, sotto la cura diretta degli specialisti dell’autorità territoriale.

 

Per escludere la possibilità della corruzione nel processo di abbinamento preventivo, causata dall’applicazione di criteri confusi o soggettivi, il Ministero ha approvato la Griglia e la scheda di valutazione del dossier dell’adottante, che garantisce la trasparenza nel processo di abbinamento, basandosi su un set di indicatori quantificabili e comparabili, quali: le abilità genitoriali degli adottanti, il loro ambito sociale e familiare, gli studi, l’infrastruttura sociale della località in cui risiede l’adottante, la capacità di prendersi cura di bambini con necessità speciali ecc.”