“Adottare un bambino oggi? È andare controcorrente”

La Pietra ScartataOgni primo sabato del mese, secondo una tradizione ormai consolidata, le famiglie adottive e affidatarie della Comunità “la Pietra Scartata” rivolgono un invito a tutte le famiglie accoglienti e a quelle che si apprestano a diventare tali, a recitare il santo Rosario per i bambini abbandonati.

La riflessione sul passo evangelico e le relative intenzioni di preghiera sono offerte da Marialuisa e Massimo Cecchetti, della comunità familiare del Veneto.

 

 

 Adottare un bambino oggi? È andare controcorrente”

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,13-21)

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».

E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».

Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

 

Commento

“la sua vita non dipende da ciò che egli possiede”: forse riusciamo a capirlo bene noi coppie sterili cui tanto è stato tolto, ma … molto, molto di più  viene donato.

Eppure spesso la sterilità non è solo un fatto fisico, non riguarda solo la possibilità di concepire, ma è qualcosa di più profondo, radicato nel nostro egoismo. Ed è proprio in questa drammatica situazione, di fronte alla sterilità, che  scatta in noi la pretesa del figlio: lo reclamiamo come un nostro diritto, come la nostra “parte di eredità”.

E’ paradossale: pensando ai nostri diritti, corriamo il rischio di trasformare il grande atto di giustizia, qual è  l’adozione di un figlio, in un altrettanto grande atto di ingiustizia…

Sì, perché, nell’ottica dell’avere di più, del possedere, mio figlio dovrà essere piccolo, sano, il più possibile simile a me, così cresce come voglio io … Ma così si accumulano tesori per sé e non ci si arricchisce. E che ne sarà di noi, dei nostri sogni, del nostro desiderio di “generare”?

Tocca  ad un Papa venuto “dalla fine del mondo”, da dove provengono la maggior parte dei nostri figli, indicarci, in un invito rivolto ai giovani, la via maestra per arrivare ad arricchirci davanti a Dio: “dovete andare contro corrente”.

E andare contro corrente per noi famiglie significa anche accorgerci dei bisogni degli ultimi degli ultimi, dei bambini abbandonati dall’uomo, ma non da Dio.

Ecco allora che chi apre le porte della propria casa, “demolisce i propri magazzini per costruirne altri di più grandi”, per accogliere un bambino abbandonato, si scopre chiamato, pre-destinato ad un raccolto abbondante. Scopre quanto sia vero che “vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (At 20,35)

 

Preghiamo

Nel 1° mistero preghiamo per tutti i bambini abbandonati perché, grazie alla disponibilità di famiglie accoglienti, possano un giorno ritornare ad essere figli.

Nel 2° mistero preghiamo per tutte quelle famiglie che “non ascoltano” la tua chiamata all’accoglienza, dona loro la grazia della fecondità del cuore.

Nel 3° mistero preghiamo per le famiglie adottive che si prodigano nel servizio e nella testimonianza affinché altre famiglie si aprano all’accoglienza adottiva e affidataria.

Nel 4° mistero preghiamo per quanti hanno nelle mani il potere e le sorti dei bambini in attesa di  una famiglia, perché agiscano  con coscienza e moralità, operando sempre nel rispetto dei loro diritti.

Nel 5° mistero preghiamo per i giovani che hanno a cuore il destino dei bambini abbandonati, sappiano operare perché il mondo diventi per tutti un posto migliore in cui vivere e nessun bambino senta mai più la mancanza di una famiglia.