Firenze: non idonei ad adottare, perché hanno troppi figli e sono troppo felici

aula-tribunale 350Non idonei ad adottare, perché hanno già adottato due figli, disabili, avendone già tre biologici. E’ questa la decisione presa dal Tribunale di Firenze che ha respinto la richiesta di adozione presentata da una coppia sposata da quasi trent’anni con cinque figli, di cui tre biologici, ormai maggiorenni e due adottati, di 16 e 7 anni, con problemi di salute. Secondo il giudice, il rischio sarebbe la perdita dell’armonia familiare e delle condizioni di equilibrio che finora i due coniugi hanno saputo garantire ai propri figli.

Insomma, un padre e una madre che hanno allevato in serenità cinque figli, affrontato le difficoltà legate alle patologie dei due più piccoli, e senza timori sono pronti ad adottare, dando piena disponibilità anche per bambini ‘che nessuno vuole’, per il giudice sono persone che non sanno quello che fanno.

Infatti la idoneità ad adottare viene esclusa perché con un sesto figlio il carico del contesto familiare sarebbe eccessivo, visto che le malattie dei due figli minori, e in particolare del più piccolo, necessitano di cure e attenzioni assidue. Il giudice ha deciso che questa coppia di genitori non sarebbe capace di gestire altrettanto egregiamente un sesto figlio. A nulla è valso un dettaglio, e cioè il fatto che il primogenito 28enne non vive più nella casa paterna e quindi la numerosità del nucleo familiare di fatto è tornata quella del 2008, quando venne accolta la richiesta di adozione. Questa volta è stato negato ciò che in passato era stato concesso alla medesima coppia e al loro ultimo figlio.

Il giudice ha considerato la presenza di molti figli un ostacolo. Ma come sottolinea sul sito www.diritto.itFrancesco Bianchini, presidente del Forum delle Associazioni Familiari della Sicilia, andrebbe verificato quale modello di famiglia ‘fondata sul matrimonio’ viene indicato nella Costituzione italiana come destinataria di ‘particolare riguardo’.  Perché sono proprio le famiglie numerose quelle che, secondo la Costituzione, dovrebbero godere di agevolazioni sia di natura economica sia di altra categoria. Agevolazioni che- continua Bianchini– sottendono un interesse pubblico che occorre tentare di individuare. E qual è questo interesse pubblico? Per esempio quello di far acquisire ai giovani non soltanto ‘virtù personali’ ma anche ‘sociali’ quali la solidarietà, la sobrietà, lo spirito di accoglienza, la capacità di ascolto e di dialogo.

In sintonia con queste osservazioni anche il deputato Mario Sberna (Scelta civica per l’Italia), a lungo Presidente dell’ Associazione Nazionale Famiglie Numerose. Raggiunto al telefono, commenta il decreto di inidoneità senza peli sulla lingua. Dichiara: «I tribunali dimostrano una volta di più la distanza tra chi emette sentenze e la vita reale di chi le subisce. Si permettono leggendo quattro carte di giudicare la vita di una persona. Chi ha emesso questo provvedimento, non immagina nemmeno quanto amore, affetto, generosità, solidarietà affetto esistono nelle famiglie numerose». Per Sberna, la soluzione sarebbe approvare in fretta una riforma del sistema che tolga ai Tribunale dei minorenni la facoltà di emettere sentenze di idoneità, e assegni queste competenze ai servizi sociali del territorio.