Il volontariato e il terzo settore hanno finalmente trovato casa

ERMESUna casa comune, che unisce, sotto lo stesso tetto la ConVol (Conferenza permanente delle associazioni, federazioni e reti di volontariato), il CSVnet (coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato), il Forum nazionale del terzo settore e la Consulta del volontariato presso il Forum. A Roma la nuova e unica sede sarà in Via del Corso 262. Non è solo un passaggio logistico. La coabitazione getta le basi per una maggiore condivisione dei percorsi e degli obiettivi e dimostra la volontà di creare uno spazio, sia fisico e reale, sia ideale e progettuale, per aumentare i momenti di scambio, per collaborare insieme e creare nuove sinergie.

Ne parliamo con Ermes Carretta, consigliere di Ai.Bi. con delega per il volontariato e il coordinamento con il terzo settore.

E’ una buona notizia, sotto diversi punti di vista. Intanto per la prima volta c’è un luogo fisico dove tutte le diverse realtà stanno insieme. L’auspicio è che la casa non sia solo contenitore ma propulsore di contenuti condivisi. E’ importante che ci parliamo di più, ci vediamo di più e iniziamo a lavorare insieme per obiettivi comuni, in relazione a un miglioramento complessivo del welfare italiano“.

Quali sono le realtà rappresentate?

Cooperative sociali, fondazioni, associazioni di promozione sociale e volontariato: si tratta di realtà profondamente diverse, dove purtroppo il volontariato è diventato un po’ la “Cenerentola”. E invece bisogna lavorare a valorizzare il ruolo e la specificità di tutte le componenti del terzo settore, ciascuno con le sue peculiarità. Il dono e la gratuità che fanno parte del volontariato sono un valore importantissimo, che va nutrito, incentivato e coordinato. Non basta la buona volontà, servono organi rappresentativi e serve soprattutto un dialogo costruttivo e profondo, a tutti i livelli”.

Casa comune uguale linee guida comuni?

Credo che il rispetto di alcuni principi sia ampiamente condiviso. Il passo importante da fare adesso è porsi dei traguardi comuni, per esempio la riforma della legge sul volontariato“.

Ma, in termini numerici, quanto “vale” il volontariato?

Dall’ultima ricerca Cnel-Istat risulta che oltre tre milioni di italiani svolgono attività di volontariato e producono lo 0,7 per cento del Pil. Questa stima, se sommata al totale del valore della produzione di tutte le organizzazioni non profit, porta a quantificare la ricchezza prodotta da questo settore in Italia al di sopra del 4% del Pil. Sono dati assai significativi, che non si possono trascurare. Ma, al di là delle cifre, volontariato e terzo settore arrivano dove lo Stato non arriva“.