Firenze. Verso la riforma delle adozioni internazionali: dibattito fra Garante dell’infanzia, Tribunale dei Minorenni, Regione Toscana e Ai.Bi.

firenze 350Ai.Bi. mette attorno a un tavolo il Garante dell’infanzia, il Tribunale dei Minorenni e la Regione Toscana per discutere della proposta di modifica della legge sulle adozioni internazionali.

A Firenze, nel palazzo Bastogi, sede del Consiglio regionale, Amici dei Bambini ha presentato nel dettaglio la proposta di modifica della legge sulle adozioni internazionali che attende di essere discussa nella Commissione Giustizia della Camera.

Almeno due i punti cardine da ricordare: la necessità di semplificare l’iter adottivo e di abbassare i costi, per tutte le coppie, ma in particolare per quelle meno abbienti. L’idea è di calibrare il costo delle adozioni internazionali, in base al reddito, fino alla totale gratuità per chi ha un reddito particolarmente basso.

D’altra parte i dati italiani e toscani parlano chiaro: le adozioni sono in calo. E la regione guidata da Enrico Rossi ha visto un calo significativo, pari al 37% in meno. Nel 2011 i bimbi che hanno trovato una famiglia in Toscana sono stati 388, scesi a 339 nel 2012. Quest’anno si rischia di non arrivare a 200 adozioni.

Il convegno “Oltre la crisi: più famiglie più adozioni” ha messo intorno a un tavolo tutti i protagonisti che a vario livello si occupano di adozioni. Molti gli addetti ai lavori presenti in platea. Laura Laera, presidente del Tribunale dei minorenni, ha ribadito: “La necessità che l’Italia si aggiorni al più presto, e per esempio riconosca la kafala, soprattutto per rispondere alle necessità di ricongiungimento familiare di tanti cittadini immigrati”. E questo è senza dubbio un punto forte di contatto con la proposta di modifica della legge sulle adozioni internazionali promossa da Amici dei Bambini.

La Garante dell’infanzia e adolescenza Grazia Sestini ha ribadito l’importanza del confronto avviato oggi, perché come ha sottolineato:«da noi dipende offrire a ogni minore la possibilità di avere una famiglia. E direi che questa è una responsabilità che non può seguire le agende: è una priorità assoluta, sempre e comunque”.

Toccante la testimonianza del vicepresidente di Ai.Bi., Giuseppe Salomoni, tre volte papà adottivo: «I miei figli arrivano da Bolivia e Brasile. Sono tre esperienze diversissime tra loro. Ma leggendo gli auguri per la festa del papà, scritti da loro tre, leggo che tutti avevano un’ unica chiave, la parola papà». Che fa da contraltrare alla parola ‘figlio’, la più che bella che l’adozione restituisce al vocabolario di ogni bambino.

Assente per impegni pregressi, il rappresentante della Cai. La chiusura dei lavori è stata affidata al presidente Marco Griffini. Il quale ha sottolineato da un lato «l’anacronismo dell’Italia, che in Europa è l’unico Paese nel quale sono i Tribunali a riconoscere alle coppie l’idoneità alle adozioni», dall’altro Griffini ha insistito sulla «necessità di modificare la cultura dell’adozione e incidere sui motivi che frenano le coppie: costi troppo elevati, un iter burocratico lunghissimo e incerto, l’accanimento dei servizi sociali nella fase della selezione delle coppie”.

Salvatore Allocca, assessore regionale alle Politiche sociali, ha confermato la piena disponibilità a confrontarsi nel dettaglio sulle proposte di Ai.Bi.

Il convegno si è chiuso con il proposito di tutti gli intervenuti di passare al più presto dalla parole ai fatti.