Reggio, “rilanciare la cultura dell’affido e dell’accoglienza”: le famiglie affidatarie incontrano il vescovo Morosini

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Il vescovo di Reggio Calabria, mons. Giuseppe Morosini

Le famiglie affidatarie sono state al centro di una riflessione fatta da Papa Francesco, durante la sua visita pastorale ad Assisi agli inizi di ottobre. In una società che “privilegia i diritti individuali” e promuove “la cultura del provvisorio”,  ha ribadito il Pontefice, per fortuna c’è lo Spirito Santo che suscita “nuove risposte alle nuove esigenze”. E tra tutte, non si possono ignorare quelle dei bambini e adolescenti in difficoltà.

Ancora sull’onda delle emozioni suscitate dall’intervento del Papa, arriva un importante appuntamento a Reggio Calabria. Il vescovo Giuseppe Fiorini Morosini incontrerà le famiglie accoglienti per riflettere insieme sulla condizione dell’infanzia abbandonata e sulle risposte che attende.

 L’appuntamento è alle 10 del 19 ottobre nell’Auditorium Lucianum di via Mons. De Lorenzo e coinvolge le coppie che hanno accolto, o intendono farlo, bambini e ragazzi segnati da esperienze di abbandono, di trascuratezza e talvolta anche abusi e maltrattamenti.

Vere e proprie vocazioni religiose e civili all’accoglienza, al farsi famiglia con chi non ha famiglia. La disgregazione crescente dei nuclei familiari, la carenze di servizi sociali ed educativi, l’insufficienza del sistema scolastico, sono fenomeni che si ripercuotono sui bambini e sui ragazzi che rappresentano l’anello più debole e vulnerabile della società.

Quella dei minori fuori famiglia, è una vera e propria emergenza sociale ed educativa. Rispetto alla quale l’affido e l’adozione rappresentano una delle risposte possibili per minori che vivono in nuclei familiari che non riescono a sopperire da soli alle loro esigenze (es. le ragazze-madri, le donne separate, le famiglie con un bambino con disabilità, ecc.). L’affido ha varie forme: si va dalla disponibilità ad accogliere il minore nelle ore diurne, a quella di aiutarlo per fare i compiti, piuttosto che a tenerlo con sé nel fine settimana.

Ma quello che serve è creare una rete di solidarietà attorno al bambino in difficoltà ed alla sua famiglia, anche per prevenire l’allontanamento dal proprio nucleo familiare che talvolta il tribunale per i Minorenni è costretto ad adottare a causa delle perduranti condizioni di abbandono o di abuso.

L’auspicio è che cresca una “cultura affidataria” diffusa e che tutte le famiglie- indipendentemente dalla scelta specifica dell’affido- diventino famiglie aperte e più attente ai bisogni dei più fragili. L’affidamento,scrivono gli organizzatori dell’incontro, contiene in sé una grossa provocazione: chiama in causa le famiglie ad aprirsi ai valori dello scambio, della solidarietà, è una rete di scambi affettivi ed emotivi che gli permettano di crescere nel modo migliore possibile.

L’incontro di Reggio Calabria promosso dal Centro Comunitario Agape e dalla Casa dell’Affido del Comune di Reggio con il vescovo è un’occasione per socializzare ’esperienze ma anche per rilanciare il tema dell’attenzione e dell’accoglienza verso i più piccoli che deve essere sempre più scelta condivisa di tutta la comunità.