Filippine. Bucalossi: «Evitiamo che accada quanto successo per Haiti»

FILIPPINE-TIFONE 2013Successe per l’emergenza di Haiti, rischia di essere duplicato anche nelle Filippine, colpite lo scorso 8 novembre da un tifone, uno dei più violenti di sempre. La solidarietà ‘mordi e fuggi’ fa male alla cooperazione. Lo denuncia l’associazione La Gabbianella, coordinamento di 43 associazioni presenti in 80 Paesi nel mondo, in occasione della presentazione fatta a Roma della “Carta dei principi del sostenitore’ con la quale i sottoscrittori si impegnano a fare ‘solidarietà’ in trasparenza e concretezza.

Contro gli sciacalli del volontariato si scaglia Mariella Bucalossi, vicepresidente dell’associazione La Gabbianella, memore della recente storia della cooperazione italiana. Dopo il terremoto che colpì l’isola di Haiti nel 2010, in Italia furono raccolti 14 milioni di euro. Soldi che il ministero degli affari esteri affidò a un gruppo di ong che non erano neppure presenti ad Haiti. In quell’occasione venne creata l’agenzia Agire, un network privato di ong, e sono stati creati dal nulla progetti per contrastare l’emergenza.

Nonostante nella capitale caraibica, a Port au Prince, fossero presenti associazioni italiane impegnate da anni in progetti di cooperazione, queste furono ignorate. Le ong famose e importanti fecero la parte del leone. Con in più il vantaggio di non dover rendere conto a nessuno della gestione dei fondi raccolti.

La Buccalossi, intervistata da Redattore sociale, spiega: «Fino a ieri per le Filippine si parlava già di diecimila vittime, oggi pare che i morti siano quattromila. Ma prima ancora di avere una precisa stima della catastrofe e di quali sono gli ambiti su cui si deve intervenire, su molti media è partita la gara di solidarietà, sono stati attivati conti correnti ed è partito il meccanismo degli sms -spiega a Redattore sociale -. Noi vorremmo che ci fosse un monitoraggio serio di questi fondi donati e che vengano supportate le associazioni che già lavorano sul territorio e che hanno progetti attivi nelle Filippine». E conclude: « Noi diciamo no alla solidarietà mordi e fuggi degli sms, chiediamo trasparenza nella gestione delle risorse e che siano valorizzate le esperienze che già lavorano nelle zone più colpite dal tifoni».

fonte: Il Redattore sociale