A Salerno l’adozione e l’affido non sono più di casa

bambino-nonno-foto-bianco-nerook

Poteva essere un utile appuntamento in cui confrontarsi costruttivamente sul tema dell’accoglienza, e invece, il “Convegno su adozione e affido”, organizzato dal Forum delle Pediatrie il 20 novembre presso la sede della Provincia di Salerno, è parso con rammarico solo come una grande occasione mancata. Il tema dell’adozione è stato affrontato secondo una prospettiva pessimistica che tende a penalizzare e a guardare con sospetto questa pratica, incentivando proprio quella cultura della diffidenza deprecata dalla stessa Presidente della Commissione Bicamerale per l’Infanzia, Michela Vittoria Brambilla, ai margini delle discussioni durante la Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia.

Sin dalle prime battute Grazia Gentile, responsabile scientifica dell’evento e Direttrice del Distretto Sanitario 61 dell’Asl di Salerno, ha destato notevoli perplessità. Parlando infatti dell’emergenza profughi a Lampedusa e dei molti minori stranieri non accompagnati, costretti a sopravvivere in condizioni disperate nel Centro di primo Soccorso e Accoglienza dell’Isola, la pediatra era più concentrata sull’importanza degli aspetti medici, ossia verificare che i bambini venissero sottoposti a visite e vaccini per scongiurare la diffusione di eventuali focolai infettivi, che non sul problema dell’accoglienza. Insomma sembra essere più importante per la Gentile il rischio di un possibile contagio che non la diffusione di una cultura dell’accoglienza a misura di famiglia!

Durante il convegno, si sono poi susseguiti una serie di interventi, tutti finalizzati purtroppo a mettere l’adozione internazionale in cattiva luce.

Sempre Grazia Gentile, nel rilevare le criticità dell’adozione internazionale, afferma che i bambini andrebbero sostenuti tutti nel loro Paese di origine, nelle comunità che li accolgono attraverso interventi di Sostegno a Distanza, diminuendo le adozioni internazionali. Insomma, meglio un aiuto ma nel loro Paese che una famiglia di un paese lontano!

Alba De Felice, Presidente dell’Associazione Matrimonialisti italiani di Salerno,  è invece intervenuta elencando diversi casi di fallimenti adottivi e narrando anche storie di separazione di fratelli come se nell’adozione internazionale questa fosse una prassi e senza entrare nel merito di tali decisioni prese da autorità straniere per un motivo logico, e non per la mera volontà di dividere dei fratelli di sangue,  quasi con l’intento implicito di scoraggiare, tra gli intervenuti, chiunque fosse intenzionato ad intraprendere il cammino adottivo.

Un briciolo di delusione anche da parte di un grande sostenitore dell’ adozione internazionale, il Presidente del Tribunale per i Minorenni di Salerno Pasquale Andria che, in qualità di presidente di sessione, non ha smentito o corretto nessuna delle affermazioni fatte dai diversi relatori, limitandosi a disquisire delle problematiche legate all’accoglienza, e delle paure delle  coppie che si avvicinano all’adozione, omettendo di sottolineare l’importanza, in tal senso, dell’accompagnamento necessario agli adottandi in fase di preparazione.

L’unico barlume di speranza è arrivato dal discorso del Dott. Pietro Ferrara, noto pediatra di Roma, che ha parlato di come l’abbandono sia spesso causa di devianza e il sostare troppo a lungo all’interno di una comunità di accoglienza possa creare problemi comportamentali  nell’individuo in età adulta.

L’augurio  è che in un prossimo convegno possano essere invitate le tante coppie che in Italia hanno adottato con successo, come testimonianza di quanto l’accoglienza possa rappresentare un arricchimento e un dono per tutti.