Sri Lanka, allarme Onu: “Uccisi oltre cento bambini”

(Colombo) E’ stato soprannominato “il massacro del 10 maggio” il massiccio bombardamento compiuto dall’esercito dello Sri Lanka tra la notte di sabato 9 e di domenica 10 nel nord-est del Paese a Mullivaykal.

La notizia è stata lanciata dal portale di informazione Tamilnet – fonte informativa della minoranza Tamil considerata vicino ai ribelli delle Tigri LTTE – ma trova riscontro anche su alcuni autorevoli media internazionali, tra cui l’emittente di Londra BBC. Intanto il portavoce delle Nazioni Unite a Colombo, Gordon Weiss, ha dato questa mattina la notizia della morte di circa 100 bambini durante i bombardamenti, definendo l’attacco un vero e proprio “bagno di sangue”.

Il massiccio attacco, compiuto con artiglieria pesante e mezzi aerei, avrebbe provocato centinaia di vittime se non migliaia come denunciano ( senza conferme ufficiali) fonti vicine ai Tamil.

Secondo le stime delle Nazioni Unite, tra la fine di gennaio e la metà di aprile sono stati uccisi 6.500 civili e altri 14 mila sono rimasti feriti. In quattro mesi, l’Onu ritiene che siano quasi 200 mila le persone fuggite dai combattimenti e riparate in campi situati nel Nord, dove la stampa ha accesso limitato.

Dopo anni di violenze, il governo di Colombo ritiene di aver sconfitto i ribelli, che tra il 2006 e il 2007 controllavano un terzo dei 65 mila chilometri quadrati dell’isola. Ma, sempre secondo gli osservatori delle Nazioni Unite, sono ancora circa 50 mila le persone intrappolate nella striscia di tre chilometri quadrati in cui l’esercito ha stretto i Tamil nell’atto finale di una guerra che, cominciata nel 1983, ha provocato la morte di almeno 70.000 persone.