Emergenza a Como, flusso continuo dall’Albania

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Sembra esserci un filo sotterraneo che unisce Como con l’Albania. Sono 49 infatti i minori stranieri non accompagnati che nel solo 2013 hanno lasciato il Paese delle aquile con destinazione Como, di cui 22 provenienti tutti dalla stessa località. Lushnije. Attualmente la città lariana ospita 119 minori non accompagnati:  a quelli albanesi, se ne sono aggiunti 28 dal Pakistan, 12 dal Bangladesh, 6 dal Kosovo, 2 dalla Turchia e dall’Afghanista, 1 a testa da Senegal, Camerun ed Eritrea.

 

“Una vera e propria emergenza” la definisce l’assessore comunale alle Politiche Sociali Bruno Magatti che si concentra in particolare sulla questione degli  albanesi. “La nostra sensazione – dice – è che oggi ci sia qualcuno che attua una strategia di invio qui a Como. E quando si creano gruppi troppo omogenei e troppo numerosi, i ragazzi finiscono per diventare molto meno gestibili”. L’ipotesi quindi è che questi giovanissimi provenienti dall’altra sponda dell’Adriatico siano indirizzati di proposito proprio a Como, con la certezza che vengano ospitati nella stessa struttura in cui già vivono i loro parenti, amici e conoscenti che li hanno preceduti.

 

L’amministrazione comunale è chiamata a intervenire per risolvere l’emergenza. “L’indirizzo che ha assunto la giunta – spiega Magatti – non mette in discussione l’obbligo dell’accoglienza: abbiamo però dei vincoli rispetto alla capienza degli spazi e per questo dobbiamo cominciare a dislocare altrove questi ragazzi”. Quelli minori di 16 anni verranno affidati a comunità scelte tra Lombardia, Piemonte e Liguria. Tutti loro saranno tenuti a mantenere un atteggiamento adeguato nei confronti del personale che li assiste e degli altri ospiti, a seguire le indicazioni degli operatori, a rispettare gli impegni presi con la scuola, il tirocinio, il lavoro, a osservare gli orari. “Sarà una sorta di patto di accoglienza – afferma ancora Magatti – che se non fosse rispettato, al compimento della maggiore età comporterà immediatamente l’allontanamento e la sospensione di ogni aiuto da parte del Comune, fatto salvo l’acquisto di un biglietto per tornare a casa”.

 

I costi legati ai minori stranieri non accompagnati rientrano tra le voci obbligatorie del bilancio comunale (1 milione e 600mila euro nel 2013) perché al Comune spetta l’obbligo di accogliere e prendersi cura dei minori affidatigli dalla Questura. Con essa e con i centri di accoglienza, il Comune lariano promuoverà un tavolo istituzionale permanente per discutere obiettivi, problematiche e buone pratiche.