“Vuoi superare il trauma dell’abbandono? C’è il vaccino anti-grelina”

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Un vaccino anti-stress in arrivo dall’America. È quanto avrebbero scoperto gli scienziati del Massachusetts Institute of Technology per prevenire il cosiddetto disturbo post traumatico da stress. I principali destinatari della scoperta dovrebbero essere i soldati di ritorno dalle missioni militari, ma potrebbero beneficiarne anche i minori vittime di abusi e in generale chiunque abbia vissuto momenti traumatici.

“Il vaccino non cancella il ricordo dell’evento – dice Ki Goosens, assistente universitario della cattedra di neuroscienze del Mc Govern Institute di ricerca neurologica –. Semplicemente chi lo assume non subirà conseguenze negative per la salute”.

Fondamentale è stata la ricerca effettuata su un ormone poco conosciuto, la grelina, prodotta dallo stomaco. “I livelli di grelina salgono se un organismo ha vissuto un periodo di stress prolungato – ha spiegato Goosens –. Quindi più uno è stressato, più il suo stomaco secerne grelina”. Di conseguenza basta bloccare la produzione di questo ormone per ridurre l’incidenza dei disturbi post traumatici.

La sperimentazione effettuata sui topi da laboratorio ha dimostrato che questi, trattati con farmaci capaci di stimolare la grelina, sono diventati più sensibili alla paura. Lo stesso tipo di relazione esiste anche negli esseri umani vittime di eventi traumatici.

Attualmente i ricercatori del MIT stanno collaborando con il Massachusetts General Hospital per dare un futuro alla loro scoperta e sperimentarne gli effetti clinici.

“Lavoriamo  con i veterani di ritorno dalle guerre del Golfo, in Iraq e in Afghanistan– ha detto il dottor Mireya Nadal-Vicens del Centro per l’ansia e disturbi da stress traumatico a MGH –. Uno dei maggiori problemi su cui stiamo lavorando con loro è la possibilità di dare un vaccino che prevenga la formazione di PTSD”.

I ricercatori del MIT provano a vedere già oltre e ritengono che il blocco della grelina possa essere effettuato dopo che le persone abbiano subito un trauma. Se così fosse, il numero di soggetti che potrebbero essere aiutati sarebbe molto più ampio e comprenderebbe anche chi soffre di traumi improvvisi, come attentati terroristici o catastrofi naturali, e minori vittime di abusi.

L’obiettivo non è comunque quello di cambiare la personalità o cancellare brutte esperienze. “Il nostro lavoro – ha precisato Goosens – non sta cercando di generare persone senza paura. Quello che stiamo cercando di fare è semplicemente evitare che i ricordi dolorosi conducano al disordine da stress post-traumatico”.