Minori stranieri in affido, mamme sole in case famiglia, bambini siriani non più al freddo… il Natale, quest’anno, è pieno di speranza!

Christmas-For-An-Orphan350Grazie ad Amici dei Bambini e ai tanti, generosi sostenitori dell’Associazione, ci saranno diversi piccoli che passeranno un Natale differente, quest’anno. Un Natale migliore di quello che si prospettava loro.

Farrah e Salim, tanto per cominciare. I primi due minori stranieri non accompagnati, dati in affido grazie al progetto Bambini in Alto Mare, che potranno scartare i regali che le famiglie Russo e Vinci avranno depositato per loro sotto l’albero. Un Natale “in famiglia”, per i due giovani sopravvissuti alla dura traversata del Mediterraneo.

Aria di festa si respirerà anche in Casa Mosè, la struttura di accoglienza aperta da Ai.Bi. a Messina, dove al momento vivono alcuni minori, per lo più di origine egiziana.

Fra loro c’è Adam. Ha 13 anni, viene da un piccolo villaggio egiziano. È un ragazzino molto sensibile, non ama gli scontri tra coetanei e regala sorrisi a tutti. In Casa Mosè ha trovato un amico, un Topo Gigio di peluches, dal quale non si separa mai, soprattutto di notte. Mahmoud vuole diventare un grande calciatore, come regalo di Natale ha infatti chiesto l’iscrizione a una scuola calcio. Molto spesso si avvicina alle educatrici per chiedere le coccole, “così come le fanno le mamme“.

Un altro ospite di Casa Mosè è Assan, di 16 anni, pure lui egiziano. Vuole diventare “un grande uomo”, dice, così come lo era il papà, morto di malattia un anno fa. Vuole andare a scuola per imparare l’italiano e affermarsi nella società. Omar non è mai stato bambino, nel suo paese guidava un trattore e costruiva case. Vorrebbe guadagnare dei soldi per mantenere la madre vedova che vive di stenti in Egitto. Ha viaggiato per 8 giorni in mare, fino ad arrivare in Sicilia.

Munir invece arriva dal Gambia. Ha 16 anni ed è un ragazzo molto educato: ringrazia sempre per qualsiasi cosa gli viene offerta e ricambia con un sorriso. A tavola non mangia, se tutti i suoi compagni non sono presenti. Ha lasciato la mamma e la sorella in Gambia, mentre il padre si trova in prigione come rivoluzionario politico. Il sogno di Mustafà è imparare l’italiano e continuare a praticare il suo sport preferito: il karatè.

Sogni, vite e storie di tre ragazzini, a cui Ai.Bi. è riuscita a garantire un Natale diverso, fra quattro mura ridipinte con i colori dell’accoglienza, lontano da quei centri sovraffollati, sporchi e squallidi che anche in questi giorni continuano a riempire le pagine di cronaca dei giornali.

Un Natale più “a misura di bambino”, lo trascorreranno anche i tanti bimbi ospitati dalle comunità casa-bambino di Ai.Bi. sparse in tutta Italia, dove le operatrici dell’Associazione organizzeranno un Natale di festa e condivisione, con le giovani madri e i loro figli.

Ci sono poi i bambini lontani, di cui molti tendono a dimenticarsi, ma di cui Ai.Bi. non si scorda di certo. Grazie al progetto Bambini in Alto Mare, che ha travalicato il Mediterraneo per cercare di arginare l’emergenza sbarchi, diversi minori siriani potranno affrontare il rigido inverno con indosso vestiti appropriati, che li terranno al riparo dal freddo. L’iniziativa è partita da alcune coppie adottive di Bolzano, che, sensibilizzate sulle condizioni in cui versano i bambini dei villaggi siriani colpiti dalla guerra, hanno deciso di far sentire la loro vicinanza organizzando una raccolta di indumenti. Con il supporto organizzativo dei referenti bolzanini di Ai.Bi., due sacchi pieni di maglioni, giubbotti e giubbottini, sono stati inviati al partner operativo dell’Associazione in Siria, Sirian Children Relief, che li ha ridistribuiti fra le famiglie beneficiarie del progetto.

Per tutti questi bambini, quest’anno sarà dunque un Natale diverso. Un Natale di speranza.