Ucraina, adozioni dimezzate in 12 anni

OLYMPUS DIGITAL CAMERALe adozioni di bambini ucraini nel 2013 risultano dimezzate rispetto a quelle di 12 anni prima. Lo dicono le statistiche ufficiali pubblicate nella repubblica ex sovietica. In particolare, il calo dei minori adottati è da addebitarsi al netto ridimensionamento delle adozioni internazionali che, ancora nel 2006, prevalevano su quelle nazionali. Oggi invece la situazione appare ribaltata: nel corso dell’anno appena trascorso sono stati 2016 i bambini ucraini entrati a far parte di famiglie connazionali, a fronte dei soli 806 che invece sono stati accolti da coppie straniere. Delle 2822 adozioni completate, quindi, il 71% sono nazionali e solo il 29% internazionali.

Il calo delle adozioni è dovuto probabilmente ad alcuni provvedimenti legislativi che hanno di fatto scoraggiato le famiglie dall’avviare iter per diventare genitori di un minore. In Ucraina infatti la legge vieta l’adozione ai single in tutti i casi e agli stranieri per quanto riguarda i bambini di età inferiore ai 5 anni, con la sola eccezione di quelli affetti da particolari patologie. Non è stata approvata invece alcuna norma per il blocco delle adozioni all’estero, come invece è accaduto in Russia. “Vietare tali adozioni – dice la specialista in metodologie dell’educazione Oksana Sklyardistruggerebbe la vita di decine di migliaia di bambini”.

I minori ucraini che vivono presso famiglie di altri Paesi sono comunque piuttosto numerosi, a dimostrazione di come l’adozione sia una pratica ancora molto diffusa nel Paese est-europeo: alla data del 1 febbraio 2013 erano 21.500 i bambini ucraini adottati da coppie di 34 Paesi diversi. Il 60% di loro vive negli Stati Uniti.

Le famiglie ucraine invece adottato prevalentemente minori connazionali di età inferiore ai 6 anni o stranieri di età compresa tra i 5 ai 17 anni o con malattie gravi. Questi ultimi in realtà sono molto pochi: secondo l’ex direttrice del Dipartimento per le adozioni del governo di Kiev Ludmila Volinets, nessuna famiglia ucraina nel corso del 2013 ha adottato un bambino con sindrome di Down.

“Gli ucraini vogliono il bambino piccolo per passare con lui tutte le tappe della crescita – dichiara laSklyar –: pochissimi prendono un bambino più grande di 8 anni, che avrebbe già una sua storia e una sua esperienza e sarebbe più difficile instaurare un rapporto con lui”.

Sulle reali motivazioni che inducono ad adottare, ci sono pareri discordanti tra gli esperti. “All’estero adottano per prendersi cura di qualcuno – afferma la psicologa Svetlana Solonska –, invece da noi si preoccupano di avere qualcuno che porterà loro un bicchiere d’acqua quando saranno vecchi”. Di parere opposto la Sklyar: “La dinamica delle adozioni è molto positiva: gli ucraini sono molto più coscienti nella decisione: diventano più aperti e, per l’aiuto, si rivolgono agli operatori sociali e collaborano con essi”. La stessa Sklyar non nega però che “spesso le persone adottano per soddisfare le loro esigenze e questo non è un bene: non aiuterà né i bambini né se stessi”.