“Qui io non posso entrare!” Gli alberghi vietati ai bambini

no kids“Fanno rumore, sono impertinenti, corrono e piangono.  Non è possibile passare una vacanza in santa pace in presenza di quei piccoli esseri che scorrazzano urlanti avanti e indietro. Un po’ di contegno, suvvia!”. Eccolo il bizzoso pensiero di alcune persone, che entrando in contatto con famiglie e relativi bimbi in vacanza nella stessa struttura alberghiera, si infastidiscono per un pochino di trambusto. Forse credono di essere nati già adulti. E quei geniacci del marketing turistico, prendendoli sul serio, hanno creato delle strutture alberghiere “no kids”, ovvero “niente bambini. Cose da non credere.

La famigerata politica di “turismo selettivo” – le virgolette sono d’obbligo – ha preso piede nell’America degli anni zero e si sta espandendo in maniera preoccupante in tutta Europa, persino in quelle zone notoriamente “children friendly” come i paesi scandinavi. Nello stivale tricolore non vige alcun divieto ufficiale, eppure è noto che per accedere ad alcuni resort esclusivi di Capri, San Gimignano o della Val Gardena (e sono solo alcuni esempi) è preferibile non portare con sé i bambini.  Diciamolo chiaro: questa è pura discriminazione!

Poi, ogni estate  i media nazionali ed alcuni eminenti personaggi dell’establishment portano avanti numerose campagne contro l’abbandono dei cani. La loro è una causa sicuramente nobile e che ha giustamente una certa risonanza mediatica. Ma bisogna anche pensare al diritto dei bambini di poter accedere a qualsiasi struttura e questa situazione va denunciata con forza. Per accorgerci di questo scempio, vorrà dire che cominceremo a farli abbaiare!