Quelle piccole donne costrette a crescere troppo in fretta: le madri-bambine

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E poi ci sono loro, piccole donne costrette a crescere troppo in fretta: le cosiddette madri-bambine, come le chiamano, con un termine che associa due meravigliose realtà, ma nel modo sbagliato. Perché è bello essere madri: persone mature, che scelgono consapevolmente di dare la vita e dedicarsi anima e corpo alla crescita e alla formazione delle proprie creature. Così come è bello essere bambine: piccole anime innocenti, che chiedono solo di scoprire il mondo con gli occhi grandi della meraviglia e della sorpresa. Ma essere l’uno e l’altro allo stesso tempo, madri e bambine, bambine e madri, è una forzatura di quell’ordine naturale che dovrebbe regolare il mondo e la vita degli esseri umani. Se questi esseri che popolano la terra lo fossero veramente, “umani”, le madri-bambine non es
isterebbero
. E invece.

E invece, il fenomeno sembra essere sempre più diffuso, in particolare in molti paesi dell’Asia e dell’Africa, soprattutto nelle zone rurali e nelle comunità più povere.

Secondo i dati Unicef, ancora oggi la pratica culturale dei matrimoni precoci minaccia una bambina su tre, costretta a sposarsi prima dei diciotto anni: 70 milioni di donne nel mondo tra i 20 e i 24 anni si sarebbero sposate prima della maggiore età. Su base annuale, sono circa 7,3 milioni le ragazze sotto i 18 anni che partoriscono, di cui 2 milioni hanno meno di 15 anni, e se le tendenze attuali saranno confermate, potrebbero raggiungere i 3 milioni nel 2030. Sono ben 70mila le adolescenti che muoiono ogni anno per complicazioni legate alla gravidanza o al parto, 3,2 milioni gli aborti a rischio.

Ma il fenomeno non è di esclusivo appannaggio dei paesi in via di sviluppo: nei paesi ad alto reddito sono ben 680mile le ragazze tra i 15 e i 19 anni che partoriscono. La questione, peraltro, investe anche l’Italia, dove ogni anno, secondo la Società Italiana Ginecologia ed Ostetricia, quasi 10mila bambini nascono da mamme di età compresa tra i 14 ed i 19 anni.

L’ultimo allarme, in ordine di tempo, arriva dal Messico. Dalla Ricerca nazionale 2012 sull’Abbandono degli studi medio superiori, è emerso che la seconda causa di abbandono scolastico tra adolescenti è proprio la gravidanza. Una ogni 2 rimane incinta e il tasso di gravidanza tra le minorenni nella fascia di età tra i 12 e i 19 anni non diminuisce, anzi è in costante crescita dal’anno 2000.

Un segnale di speranza, invece, arriva dal Marocco, dove ci si sta attivando per arginare questa piaga sociale, che tocca da vicino il paese. Recentemente, il fondo delle Nazioni Unite per la popolazione in Marocco (Unfpa) ha organizzato a Tangeri un incontro dal titolo “La madre-bambina: affrontare le sfide della gravidanza nell’adolescente”, che ha visto numerosi esperti confrontarsi sui rischi e le problematiche relative, appunto, alla gravidanza precoce. Si partiva dai dati divulgati dal Ministero della Giustizia, secondo i quali, nel solo 2011, le gravidanze delle adolescenti tra i 15 e i 19 anni hanno raggiunto le 50mila unità, mentre i matrimoni tra minori sono stati circa 40 mila (7 mila in più rispetto al 2009); si è quindi convenuto sulla necessità di realizzare un’opera di massiccia sensibilizzazione della popolazione marocchina.

Spesso tutte queste ragazze, ragazzine e bambine vengono private dell’infanzia e dell’adolescenza proprio da chi sarebbe chiamato a  garantirne loro una serena: i genitori e familiari, che le trattano come merce di scambio, imponendo loro di sposarsi e fare figli. Le loro condizioni di vita sono ancora più gravi, a livello sociale, se si considera che queste pratiche contribuiscono a perpetuare il circolo vizioso della povertà, le privano del diritto al gioco, all’istruzione, alimentando peraltro la diffusione di gravi infezioni come HIV, amplifica il rischio di mortalità durante il parto e le rende più esposte a violenze e abusi.

L’8 marzo, dunque, dedichiamo un pensiero anche a tutte queste piccole, giovani vittime della miseria umana.

 

(Fonti: Rassegna.it, La Voce, Fides)