Muscardini: un’unica legge per le adozioni internazionali valida per tutti i 28 Paesi dell’ Unione Europea

cristiana-muscardini 350Un’unica normativa che regolamenti a livello europeo le adozioni internazionali. E’ questa la proposta che l’europarlamentare Cristiana Muscardini (Movimento Conservatori Social Riformatori) lascia in eredità ai parlamentari europei che verranno eletti il  25 maggio 2014.

L’europarlamentare chiede al Parlamento europeo e al Consiglio di valutare l’opportunità di superare le normative nazionali, creando un’unica norma europea, valida non solo per le adozioni internazionali tra Paesi membri, ma anche nei casi di adozioni verso bambini residenti fuori dei confini europei. L’idea è quella di arrivare a una legge sulle adozioni internazionali che fissi le medesime tariffe e gli stessi criteri validi per tutti gli Stati membri.

bruxelles_parlamento-europeo 350Non è la prima volta che la questione delle adozioni internazionali arriva a Bruxelles.  Già nel 2009 Amici dei Bambini aveva sollevato l’opportunità di regolare in sede europea il tema delle adozioni, sottolineando la necessità di abbattere le frontiere tra gli stati membri per permettere ai cittadini europei di adottare bambini europei in stato di abbandono.  Nel 2011 su pressioni delle associazioni Amici dell’Adozione e Amici dei Bambini fu approvata  la Risoluzione sulle Adozioni Internazionali da parte del Parlamento Europeo, che riconosceva l’adozione internazionale come argomento di competenza del coordinamento dell’ Unione Europea.

«Dopo quel primo passo– fa notare il dottor Arnando Ferragni, componente dello staff dell’europarlamentare Muscardini– tutto si è arenato». Adesso- con la risoluzione della Muscardini- la battaglia potrebbe includere il riconoscimento di un ruolo attivo dell’Europa anche per la stesura di accordi bilaterali con i numerosi Paesi di provenienza dei minori in stato di abbandono che vengono accolti dalle famiglie del vecchio continente.

Ma il documento depositato a Bruxelles dalla Muscardini resta di fatto solo una nuova sollecitazione da discutere all’interno delle competenti commissioni.

Ancora Ferragni: «Questa proposta incontrerà grossissime difficoltà, perché tutto il diritto familiare è di competenza degli stati membri e non ancora dell’UE. Per esempio la Germania con il suo sistema, lo Jugendamt, non accetterà mai che qualcuno metta il naso nel suo diritto di famiglia e quindi anche delle adozioni, che sono un aspetto del primo».

Questa risoluzione affronta un argomento non disciplinato dai tratti. Nell’ipotesi in cui il documento non resti lettera morta, dopo l’elezione del 25 maggio 2014, l’iter sarà comunque complesso. Ferragni chiarisce: «Se c’è la volontà di andare avanti, la Commissione europea organizza dei gruppi di lavoro, a cui partecipano funzionari della commissione appartenente a direzioni generali competenti e rappresentanti dei governi degli stati membri. Esaminano, discutono, preparano testi da sottoporre alla Commissione, che a sua volta ne deve discutere nelle sue riunioni collegiali. In caso di accordo, la Commissione avanza una proposta al Parlamento e al Consiglio per l’adozione di provvedimenti».

Se mai partirà, il processo sarà lungo. Ma intanto è importante che almeno la questione della adozioni internazionali sia stata nuovamente evidenziata- nero su bianco- in sede europea.