Adozione o fecondazione eterologa? Il 92% ascolta il grido dei bambini abbandonati

bambino solo200La vittoria è schiacciante, i lettori di AibiNews hanno fatto proprio il grido dei bambini abbandonati, rispondendo al sondaggio proposto con un pesantissimo 92% a favore dell’adozione, contro l’8% che si è pronunciato per la fecondazione eterologa.

Adozione ed eterologa condividono l’assunto che la genitorialità si esprima nei confronti di un figlio non proprio. Qui iniziano e finiscono i punti di contatto, perché si passa dalla pretesa totale della coppia nella fecondazione eterologa, alla totale sottomissione della stessa alla decisione di un giudice, nel caso dell’adozione.

A giudizio di taluni, la sentenza della Corte Costituzionale sulla decadenza del divieto di fecondazione eterologa non sarebbe una sconfitta, ma rappresenterebbe una vittoria, il trionfo della libertà di scelta. Una scelta a senso unico, senza considerare le implicazioni di tipo etico. Con la sentenza della Consulta, viene di fatto spalancata la porta del “far west procreativo”, offrendo la possibilità di scegliere nella più sfrenata libertà le tecniche che si preferiscono. Questo approccio marcatamente “liberista”, lascia presagire un futuro dominato dall’eugenetica. Un futuro ben disegnato nella celebre pellicola cinematografica “Gattaca – La porta dell’universo”, in cui il mondo è governato dall’ingegneria genetica che divide gli esseri umani in Validi (concepiti in provetta col DNA manipolato) e Non Validi (gli altri, nati col vecchio sistema). Un mondo in cui la libertà di scelta si costituisce come diritto assoluto a ottenere un figlio con le caratteristiche desiderate, diventando in un certo senso “creatori” di una progenie costruita a tavolino. Si assiste a un drammatico sbilanciamento del diritto a favore della coppia, trasformando il figlio in un “prodotto”.

La Magistratura costituzionale ha aperto una frattura tra i diritti di chi vuole ottenere un figlio in provetta e chi desidera accoglierne uno in adozione. Frattura che diventa tanto più scomposta nel momento in cui un altro ramo della Magistratura, quella Minorile, sta opprimendo la legittima aspirazione di chi vuole diventare genitore adottivo. Lo strumento usato è quello che decreto vincolato, una procedura trasformata in metodo d’azione per assegnare alle coppie l’idoneità ad adottare. Mediante il decreto vincolato, i Tribunali per i minorenni decidono SE una coppia potrà adottare un bambino e CHI sarà il bambino da adottare. Se nel caso dell’eterologa l’onnipotenza appartiene alla coppia, nell’adozione il vero “deus ex machina” è il magistrato. E il diritto del bambino di essere figlio, senza distinzione di sesso, di  etnia,  di  età,  di  lingua,  di religione e nel rispetto della identità culturale? Chi si ricorda della legge 149 del 2001?

Si profila uno scenario poco rassicurante, in cui la discriminazione verso l’adozione prende i tratti di un controllo asfissiante se non mortifero. Non si tratta di sensazioni o supposizioni, ma di posizioni assunte collegialmente dalla magistratura minorile. Chi garantirà il diritto del bambino di essere figlio? La speranza è che coloro che hanno deciso di ascoltare il grido dei bambini abbandonati del mondo non si lascino intimidire dalle scelte imposte dal potere giudiziario, perseverando nella missione di assicurare il diritto di ogni bambino di essere figlio.