Don Maurizio Chiodi: “Nella Pasqua il ‘passaggio’ dalle tenebre dell’abbandono alla luce dell’accoglienza”

2013-04-21 22-48-19Cristo luce del mondo350Passaggio, liberazione. E’ questo il significato della parola Pasqua, dall’aramaico Pascha. Una parola e una festa che quest’anno accomuna cattolici, ebrei e ortodossi. Così vuole il calendario, che offre l’occasione per pensare al senso del giorno che ci si appresta a celebrare.

Se, con gli ortodossi, i cattolici condividono la festa di Pasqua dal punto di vista teologico nella morte e Risurrezione di Cristo, nella religione ebraica, con la Pesach, si celebra l’esodo del popolo di Israele dall’Egitto. Si tratta in entrambi i casi della celebrazione di un passaggio, dalla morte alla vita nel sacrificio di Cristo, dalla schiavitù alla Terra Promessa per il popolo ebraico. Un passaggio che profuma di liberazione, un movimento spirituale e fisico dalle tenebre alla luce.

Di essere liberati, continuamente, dalle schiavitù quotidiane che ciascuno sperimenta, il bisogno è grande. Pesah (letteralmente: passare oltre), è un evento chiave nella storia dell’Ebraismo: si tratta del primo evento collettivo in cui si è manifestata la presenza di Dio. Un evento che evidenzia come solo l’iniziativa divina consenta la realizzazione della felicità dell’uomo.

Allo stesso modo, per ogni cristiano, il sacrificio di Gesù è l’evento che porta la salvezza di ciascuno. Un fattore comune, quello dell’intervento di Dio nella storia, che rappresenta il cardine su cui costruire l’oggi e il domani dell’umanità.

Da questa coincidenza cronologica – osserva don Maurizio Chiodi, professore di teologia morale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e consigliere spirituale del movimento di famiglia adottive e affidatarie La PietraScartataè possibile trarre un tesoro di reciproca ricchezza tra cristiani ed ebrei. E’ senza dubbio un richiamo offerto a tutti, per considerare ciò che unisce, nel superamento delle differenze”.

Una speranza di liberazione, quella della Pasqua, che investe e tocca tutti. “A partire dai bambini abbandonati nel mondo, – precisa don Maurizio la Risurrezione di Gesù è la speranza concreta di un passaggio dalla solitudine all’accoglienza amorosa di una mamma e un papà, dal non essere più figli al diventarlo di nuovo, in un dinamismo che ricalca quello della morte e risurrezione di Cristo. Una transizione dalle tenebre dell’emarginazione alla luce degli affetti.”

Una luce che per le famiglie che non riescono ad avere figli biologici – prosegue il teologo – consente il passaggio dalla sterilità alla fecondità, attraverso una genitorialità che nell’adozione o nell’affido si esprime come testimonianza del sovrabbondare dell’amore di Dio.”

Un pensiero infine a tutti coloro che quotidianamente si battono contro l’abbandono dei minori, concependo la propria professione come una missione di giustizia. “Loro sono fondamentali, perché sono i portatori della speranza della Pasqua,sono  i ponti attraverso i quali quel “passare oltre” diviene possibile. Oltre l’abbandono, oltre il rifiuto, oltre le tenebre. Verso il calore di un abbraccio che accoglie  per sempre, verso l’incontro di un figlio con la sua mamma e il suo papà.”