Damasco, la Passione di Cristo sembra cancellare per un giorno quella del popolo siriano

chiesa a damascoScene di straordinaria normalità per le strade della città vecchia di Damasco, in cui la preghiera del Venerdì santo ha fatto, per qualche ora, riassaporare il gusto della tranquillità. Nonostante l’eco della battaglia che si combatte ormai da 3 lunghi anni nelle periferie della capitale siriana, i cristiani di Damasco hanno cercato di celebrare regolarmente il triduo pasquale. La chiesa ortodossa di San Giorgio ha visto regolarmente bruciare l’incenso, nonostante, a pochi minuti di cammino, si trovi una scuola che, pochi giorni prima, aveva visto morire diversi bambini a causa di un attacco armato. Le strade intorno alla chiesa brulicavano di gente intenta ad acquistare il necessario per la cena di Pasqua, come accadeva prima dello scoppio della guerra.

Tuttavia, non tutto è andato per il verso giusto. La tradizionale processione che solitamente vedeva centinaia di fedeli seguire l’effige di Gesù crocifisso, accompagnata dai tamburi e dalla musica di una banda, è stata annullata. Ma al di là di questo episodio, i bombardamenti sui quartieri sotto il controllo dei ribelli, alla periferia della città, non sembrano aver distolto i fedeli dalle celebrazioni della Passione. All’interno della chiesa di San Giorgio, la gente ha pregato in siriaco, un’antica lingua semitica parlata, in questa regione, nei secoli pre-islamici e derivante dall’aramaico, la lingua di Gesù.

I cristiani, in Siria, costituiscono circa il 10% della popolazione. Solo una piccola parte di essi si è vista impegnata direttamente in un conflitto che oppone principalmente diverse fazioni di musulmani: la minoranza costituita dalla setta alawita del presidente Bashar al-Assad e da un ramo dell’Islam sciita contro la maggioranza sunnita. Anche tra i cristiani, però, molti si sono visti costretti a sfollare, a fuggire dal servizio militare obbligatorio imposto da Assad e a vedere i propri figli uccisi in combattimento.

La maggior parte dei cristiani sostiene il governo, perché teme il crescente potere dei gruppi islamisti ribelli che, oltre a voler rovesciare il potere di Assad, potrebbero perseguitare le minoranze non sunnite, compresa quella cristiana. Non mancano comunque quelli che si oppongono al regime. Tra gli oppositori in esilio ci sono anche alcuni cristiani di spicco, mentre altri si identificano con un piccolo movimento popolare chiamato “Terza corrente” che condanna le violenze commesse da entrambe le parti in conflitto.

 

Fonte: Zamanalwsl