«Una mamma non ha solo la responsabilità dei propri figli, ma di tutti i bimbi della terra»

craznovichCamila, lei ha scelto di diventare testimonial di Ai.Bi. e per questo ha girato un video-messaggio dedicato al Sostegno a Distanza (SaD). Perché ha scelto di prestare il suo volto per quest’iniziativa?

Penso che chi fa il mio lavoro,  ha il dovere di sostenere associazioni impegnate ad aiutare i meno fortunati. Ai.Bi. mi è piaciuta da subito e ho deciso di appoggiarla, per quello che posso.

Lei privatamente ha mai attivato un Sostegno a Distanza?

In passato ho scelto di sostenere attraverso un’associazione inglese alcune famiglie in difficoltà. Magari non è molto romantico, ma il mio impegno all’epoca è stato solo di tipo economico.

Cosa direbbe per convincere una persona a farsi carico anche solo di un bambino abbandonato?

Direi che si può ben rinunciare ogni giorno a un caffè al bar per sostenere un bambino o una famiglia in Paesi dove ce n’è bisogno. Tutti dovrebbero compiere questa presa di coscienza importante.

Lei ritiene che la maternità cambi la visione della vita di una donna?

Sì. Nel mio caso, da quando sono diventata mamma, faccio fatica a guardare il telegiornale. Se poi ci sono notizie critiche sui bambini, cambio canale. Non riesco più ad avere l’impermeabilità che avevo prima. Non che prima non mi interessasse, ma queste notizie non avevano un impatto così forte su di me. Adesso  faccio proprio fatica.

Come mai?

Io mi rendo conto che quando una donna diventa madre, diventa mamma non soltanto dei propri figli, ma in qualche modo di tutti i bimbi che sono sulla terra. Nella mia esperienza è successo così.

E questo come si declina nella vita di tutti i giorni?

Per esempio, quando vado al parco e mi capita di vedere un bimbo in pericolo a me viene naturale proteggere quel bambino. E ho visto tante altre madri comportarsi così. E’ come se diventando mamma, si prende una responsabilità che trascende la responsabilità che si ha verso chi si è messo al mondo.

Sua figlia maggiore ha soli cinque anni, le capita di spiegare a lei qual è la realtà di tanti bambini meno fortunati?

Certo, i bambini capiscono molto di più di quello che pensiamo. Quando lei mi chiede il perché e il per come di alcuni incontri che capitano nelle nostre città o di immagini che passano in televisione, le spiego che esistono bambini e persone che vanno aiutate.

E lei come reagisce?

Lei è molto consapevole del fatto che noi abbiamo tanto, molto di più di quello che serve  e quindi sa che ci sono degli oggetti che vanno donati. Noi abbiamo un rito, che è quello di ripulire ogni tanto la sua cameretta da giocattoli e vestiti che poi regaliamo ai bimbi meno fortunati. Nei miei viaggi, Viola viene spesso con me. Adesso vorremmo andare in India, e per forza si scontrerà con una realtà che dovrà affrontare e metabolizzare.

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