Firenze: “Se potete avere figli, perché chiedete di adottarne altri?”

special needsOgni vita che nasce è portatrice di valori meravigliosi, al di là delle ferite che da cui può essere afflitta. Devono averla pensata così Valentina e Gabriele, due coniugi di un piccolo Comune a pochi chilometri da Firenze. I quali, nonostante abbiano avuto il dono di poter avere dei figli naturali, non hanno rinunciato ad accogliere nella loro famiglia anche altri bambini provenienti da lontano e  con esigenze speciali.

Emanuele Tue e Francesco sono i loro figli adottivi, entrambi malati. Per averli e poterli crescere, Valentina e Gabriele devono fare i conti non solo con le difficoltà di “bilancio familiare”, ma anche con i pregiudizi e i consigli affrettati. “Ma se voi potete avere figli, perché chiedete di adottarne altri?” si chiedevano, sorpresi, gli assistenti sociali. E la società storceva il naso ed etichettava come “pazzi” e addirittura “esaltati” due genitori che desiderano accogliere in casa una vita ferita.

I coniugi toscani si sono incontrati nel 2000 e dopo 3 anni si sono giurati fedeltà eterna. Nel 2005 è nata Viola. Quando sua madre era ancora al quinto mese di gravidanza, però, insieme al marito decide di depositare in tribunale la disponibilità ad adottare altri figli. Così, nel 2009, è giunto in Italia Emanuele Tue, un bambino di origine vietnamita nato nel 2007. E qualche anno dopo è arrivato anche Francesco, la cui storia è particolarmente triste. Sua madre lo lasciò in ospedale, subito dopo averlo partorito, forse spaventata dalle gravi malformazioni congenite da cui il neonato era affetto. Francesco fu ricoverato in una comunità di bambini e qui è rimasto finché non è stato accolto in casa di Valentina e Gabriele.

“Se avessi dovuto fare i conti con la ragione – racconta lei – non mi sarei mai fatta carico di Francesco. Di fronte a me si presentava un mare di problemi: il lavoro mio e di mio marito, le difficoltà a far quadrare i conti e a far accettare la nostra scelta ai parenti”. Suo marito, in barba alla crisi, ha rinunciato al suo posto di responsabile in un supermercato, accontentandosi di un contratto part-time, al fine di potersi dedicare maggiormente ai figli.

L’esperienza dell’adozione di 2 minori con necessità particolari ha permesso di consolidare ulteriormente una coppia già unita dal desiderio di dare amore a quanti più figli possibile. Oggi, Valentina e Gabriele sono impegnati nel cercare la famiglia giusta a quei bambini di cui nessuno vuole farsi carico, sostenendo presso i Tribunali dei minorenni la disponibilità delle coppie disposte ad accoglierli. In particolare, collaborano attivamente con l’Associazione nazionale famiglie numerose e ogni giorno ringraziano Dio per il dono ricevuto: “Grazie a Lui, tutte le nostre ansie si sono scelte come neve al sole”.

 

Fonte: Avvenire (22 aprile 2014)