Messina. Primi episodi di razzismo durante gli sbarchi: “Perché non li rimandate tutti a casa?” La risposta dell’accoglienza giusta

misna350Un’automobile rallenta fino a fermarsi,  il finestrino si abbassa, un braccio si sporge dall’abitacolo e una voce grida: “Rimandateli tutti a casa!”. Poi riparte sgommando e si allontana in velocità. Il tutto accade in pochi istanti. Non ci troviamo nel profondo nord, quello della provincia intollerante. L’episodio della scorsa notte si è verificato a Messina, proprio di fronte al molo sul quale stavano sbarcando migranti in fuga da guerra e miseria.

Era appena approdato nel porto di Messina uno dei mercantili che nelle ultime settimane stanno trasferendo migranti in arrivo dal nord Africa. La scorsa notte erano 266, siriani ed eritrei. Tante donne – di cui 6 incinte – e tantissimi bambini. Sul molo, per prestare i primi soccorsi, volontari della Croce Rossa e della Protezione Civile. Presenti ad accogliere i migranti anche gli operatori dell’Associazione Amici dei Bambini.

A partire dal mese di dicembre del 2013, Amici dei Bambini ha accolto 31 minori stranieri non accompagnati che sono giunti sulle nostre coste. Un’accoglienza possibile grazie alla modalità del sostegno a distanza.

Clelia Marano, esperta di servizi sociali del Comune di Messina, quando nel mese di dicembre erano giunti i primi 12 minori non accompagnati, aveva fatto sapere che era stato possibile trovare una collocazione per i minori  in sinergia con l’associazione Ai.Bi.. “Hanno lasciato il PalaNebiolo – aveva dichiarato Marano – e sono stati trasferiti nella casa d’accoglienza che Ai.Bi. ha aperto a tempo di record a Messina, grazie alla modalità dei sostegni a distanza. Dei minorenni, qualcuno arriva dall’Egitto, la maggior parte sono siriani“.

Sempre a Messina sta aprendo in questi giorni un’altra casa accoglienza, e due  “punti accoglienza” hanno aperto nelle città di Lampedusa e Agrigento. Prossimamente, inoltre, è prevista una nuova apertura a Siracusa  per accompagnare le famiglie che si sono aperte all’affido dei minori stranieri non accompagnati (MISNA).

Tutte queste attività – le case e l’accompagnamento alle famiglie – sono sostenute economicamente da Ai.Bi., per ora senza alcun contributo pubblico, grazie alla generosità di chi ha sottoscritto il sostegno a distanza (sad) di Amici dei Bambini.

Ma cosa spinge i migranti, non di rado minori, ad attraversare il Mediterraneo a costo della vita, per arrivare fin da noi in Italia?

Toccante la risposta che a questa domanda ha dato uno dei piccoli migranti accolti nelle strutture allestite da Amici dei Bambini grazie al contributo di tante persone che hanno aderito al sostegno a distanza di Ai.Bi.. Khalid è un minore siriano ospitato in una struttura di Ai.Bi. in Sicilia: ”Sono arrivato dalla Siria, ho perso papà nei bombardamenti. Mia mamma è riuscita a farmi imbarcare perché in Siria non abbiamo più niente. Lei non è riuscita, mi ha detto che ci ritroveremo e di fare il bravo. Ma mi manca tanto. Qui sono stato accolto molto bene e mi aiutano, spero di studiare e rivedere la mia mamma  e dirle che sono stato bravo per lei.”

Quale soluzione dunque di fronte a un’emergenza drammatica, che spinge centinaia di miglia di persone a cercare una vita migliore sull’altra sponda del Mediterraneo?  Contro la massima forma di rifiuto e intolleranza, quella che vorrebbe respingere tutti i migranti, e la massima accoglienza, si presentano due alternative: quella delle famiglie che aprono le porte delle loro case ai piccoli migranti mediante l’accoglienza familiare temporanea, o una forma di accoglienza comunque concreta e pragmatica: quella del sostegno a distanza. Attraverso di esse i minori stranieri non accompagnati possono sperare di vivere un domani migliore, lontani dalla guerra e dalla desolazione della loro terra d’origine.

Diventa anche tu protagonista dell’accoglienza giusta che promuove Ai.Bi.. Offri un futuro migliore ai piccoli che sbarcano sulle nostre coste. Attiva un sostegno a distanza, clicca qui.