Dati Ministero Giustizia. Cade il mito dei fallimenti adottivi: solo un’adozione su 100 fallisce

graziaegiustizia350C’è chi da anni tenta di creare un mito intorno al fallimento delle adozioni, come se questo spauracchio potesse giustificare l’atteggiamento investigativo e scoraggiante che troppo spesso subiscono le coppie che si avventurano nel cammino dell’adozione di un minore straniero.

Sono in particolare i Tribunali per i minorenni che spesso propongono questo argomento a giustificazione della prassi dei cosiddetti decreti vincolati e, in generale, di una cultura che vede nell’adozione internazionale la fonte di problemi anziché la soluzione dell’abbandono minorile, anche se a ben guardare gli stessi dati dei Tribunali confutano tanto allarmismo.

L’ultima pubblicazione dell’Istituto degli Innocenti, che analizza i dati dei minori fuori famiglia al 31 dicembre 2010, conferma che i temuti fallimenti adottivi riguardano in verità numeri insignificanti rispetto alle adozioni complessivamente concluse dalle famiglie residenti in Italia.

E infatti, nel documento “Questioni e Documenti 55 – Bambine e bambini temporaneamente fuori dalla famiglia di origineAffidamenti familiari e collocamenti in comunità” si legge che il numero dei bambini al di fuori di una famiglia adottiva è stimabile in 1080 (cioè circa il 4% del totale di 29.309 minori fuori famiglia). In questa stima però sono contati gli 825 minorenni accolti in affidamento familiare o in comunità in seguito a una semplice “crisi del percorso” adottivo (il 3%) e i 235 minorenni adottati che hanno un vero e proprio provvedimento di “seconda” adottabilità (percentuale indicata nel rapporto nell’1%).

Questi dati non combaciano del tutto con quelli pubblicati il 16 dicembre 2013 nella Relazione sullo stato di attuazione della legge 149/2001 del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e del Ministero della Giustizia. Riferita anch’essa ai dati disponibili al 31 dicembre 2010, essa stimava nel 4% i bambini e ragazzi accolti in affidamento familiare o in comunità a seguito di una crisi del percorso adottivo. Sembra dunque che questa proiezione sia in qualche modo diminuita dal 4 al 3% nell’ultima analisi dell’Istituto degli Innocenti. D’altra parte la relazione ministeriale del dicembre 2013 indicava i minorenni dichiarati adottabili per la seconda volta nello 0,8% del totale dei bambini fuori famiglia, cifra leggermente inferiore all’1% che compare nell’ultima analisi del citato Istituto.

In ogni caso, fermo restando che la raccolta dati non è certamente un punto forte della pubblica amministrazione italiana, almeno nel settore delle misure di protezione dell’infanzia, come dimostrano queste imprecisioni, dovute al fatto che si tratta di proiezioni statistiche e non di dati certi, si deve considerare che le cifre riportate non significano nulla se non raccolte con criteri omogenei e analizzate in riferimento al quadro complessivo della materia che ci occupa.

Ebbene, quando si parla di fallimenti adottivi non si può prescindere dai dati effettivi del Ministero della Giustizia raccolti attraverso i Tribunali per i minorenni. E’ infatti fondamentale considerare le adozioni complessivamente concluse e il numero dei provvedimenti che sanciscono effettivamente l’adottabilità del minore, mentre le semplici “crisi” del percorso adottivo non possono considerarsi fallimento adottivo.

Considerato quindi che il totale delle adozioni realizzate in Italia tra nazionali e internazionali, negli anni dal 2000 al 2012, è di 51994, i fallimenti adottivi dovrebbero essere stati finora in totale poco più di 500.

Questa proiezione appare confermata da una indagine conoscitiva portata avanti dal Tribunale per i Minorenni di Milano, da cui emerge la cifra di 44 fallimenti adottivi avvenuti tra il 2003 e il 2010. Infatti, se si considera il totale di 3997 adozioni, nazionali e internazionali realizzate e omologate dal Tribunale di Milano nel periodo corrispondente, i fallimenti adottivi effettivi risultano confermati nella percentuale di circa l’1% (peraltro in questa cifra non si tiene conto delle adozioni concluse prima del 2003 e non sono considerate le adozioni speciali pronunciate ex art. 44 della legge 184/1983).

In ogni caso, è di tutta rilevanza quanto emerge dai dati ministeriali in merito al fatto che nel triennio 2007-2009 l’80% dei Tribunali non ha registrato le “restituzioni” dei figli adottivi da parte delle famiglie e che nel 2010 non lo ha fatto il 65% dei Tribunali:probabilmente le restituzioni sono talmente rare che i Tribunali non ritengono utile e opportuno registrarle”.