Emergenza immigrati: Diamo loro solo una bottiglietta d’acqua, così non “pisciano”!

foto sbarcoMESSINA (8 maggio): Dal nostro inviato – Un giorno di ordinaria emergenza a Messina. Il racconto dell’ennesimo sbarco di migranti dimostra quanto le istituzioni siano impreparate a gestire quella che è ormai una situazione strutturale, che si continua a “scambiare” per un’emergenza. Mentre le associazioni, con Amici dei Bambini in testa, sono le uniche a provvedere a un’accoglienza umana per queste persone in fuga dalla guerra e dalla miseria.

Fin dalle prime ore della giornata in città corre voce che centiania di immigrati si stanno avvicinando al porto di Messina e che tra loro potrebbero esserci anche donne e bambini. Si sa già che collocarli sarà un’impresa.

Andiamo al porto perché vogliamo verificare come viene gestita l’accoglienza dei minori. Lo scenario è quello che solitamente circonda un fatto curioso e inusuale. Giornalisti assiepati sulle cancellate, qualche turista, alcuni passanti. In più, i rappresentanti dell’associazionismo locale.

Le voci continuano a rincorrersi: pare che effettivamente, tra i migranti in arrivo, ci siano dei minori. Non si sa dove metterli, perché il PalaNebiolo è pieno. Viene proposto un padiglione della Fiera, ma è inagibile. Ci viene chiesto se siamo disponibili ad accogliere nella nostra Casa Mosè e cominciamo a prepararci a questa evenienza. Nel frattempo arrivano molte altre persone che accorrono portando dei vestiti.

È il momento: la nave della Guardia costiera attracca al molo. Le scene che si susseguono da ora in poi sono impressionanti. A bordo dell’imbarcazione gli operatori sono vestiti come se fosse in corso un’epidemia. E nonostante le protezioni che indossano, preferiscono lanciare dall’alto le bottigliette d’acqua dirette ai migranti, per evitare qualsiasi contatto diretto.

I primi uomini che scendono a terra mettono automaticamente le braccia sopra la testa a mani incrociate, come se venissero scortati in una prigione. Vengono fatti mettere in fila, facendo appoggiare loro la mano sinistra sulla spalla di chi sta davanti.

Nel frattempo, a ridosso della ringhiera che delimita il molo, sono giunti altri immigrati provenienti dal PalaNebiolo. “Siamo venuti a vedere se ci sono degli amici” ci dicono.

Facciamo un po’ di conti e realizziamo di poter accogliere qualche minore in più previsto: potremmo ospitarne fino a 16. Così, lasciamo momentaneamente il porto e rientriamo a Casa Mosè a preparare qualche vestito per l’arrivo.  Torniamo al molo, dove troviamo una lunga fila di ragazzi senza scarpe, a piedi nudi. Due di loro aprono un sacchetto e mangiano qualcosa di avanzato, condividendolo. Ci chiediamo se è stato dato loro qualcosa da mangiare. A quanto pare, non hanno ricevuto altro che un panino e un po’ di frutta con una bottiglietta d’acqua. “Così non pisciano” è l’assurda battuta che circola. “Ma hanno ancora fame” dicono gli operatori della Protezione Civile.

Sul molo spira anche un vento molto freddo. Decidiamo pertanto di procurare 10 chili di pane e 10 litri di the caldo che riusciamo a distribuire ai nuovi arrivati. Mi avvicino ai ragazzi in coda da ore e li saluto, chiedo loro come stanno. Verifichiamo la presenza di alcuni minori in una tenda, non ancora visitati: lasciati per ultimi! L’intenzione è quella di trasferire i ragazzi nel padiglione della Fiera e trasferirli, il giorno seguente, in alcune comunità educative. Alle 22 veniamo ricontattati perché i minori sbarcati sono più di 30. Ai.Bi. ne accoglie 7 in Casa Mosè, provenienti da Mali, Gambia e Senegal.

Durante il viaggio in macchina, chiedono di poter chiamare le loro famiglie. Appena arrivati a Casa Mosè, sono loro i primi ad aiutarci a prendere le brandine che ci ha dato il Comune e a portarle all’interno. Ora una bella doccia e finalmente potranno riposarsi.

Una giornata sul molo di Messina è trascorsa: Ai.Bi. c’era. E le istituzioni?

 

L’accoglienza giusta per i minori stranieri non accompagnati è quella in famiglia. Per questo, Ai.Bi. prosegue nella ricerca di famiglie disponibili a offrire loro un’accoglienza a misura di bambino. Per saperne di più, visita la pagina dedicata