Da danno collaterale a bersaglio: il triste destino dei bambini siriani

SIRIADal nostro inviato (Luigi Mariani) – La triste rassegna del dolore ha partorito anche oggi una di quelle notizie che non vorremmo mai sentire: in Siria, dall’inizio del conflitto, il regime avrebbe deliberatamente preso di mira e colpito ben 4.000 scuole.

A riferirlo, il Syrian Network for Human Rights, un’organizzazione non governativa e indipendente, che sostiene di avere prove documentali a riguardo, per almeno 3.878 casi verificati e verificabili. Fosse vera anche la metà di quanto riportato, si parlerebbe ugualmente di migliaia di strutture scolastiche colpite delle terribili bombe a grappolo, per un numero indefinito di piccole vittime. Tanti, troppi innocenti che devono pagare il duro prezzo di una guerra di cui non sono certamente responsabili.

Dimentichiamo per un attimo il diritto umanitario e le regole – pur giuste – stabilite a tavolino nei consessi ufficiali a livello internazionale: a quali regole risponde il cuore di un uomo capace di simili atrocità? Non c’è guerra, né tattica, né obiettivo sensibile che giustifichi la deliberata uccisione di tanti bambini inermi.

L’espressione “Children die first” comincia ora a circolare anche su Twitter: “i bambini muoiono per primi”, è questa la terribile verità del conflitto siriano. E se un tempo la loro uccisione poteva considerarsi una specie di danno collaterale, oggi i bambini sembrano essere diventati il bersaglio di attacchi spietati e deliberati.

In tale contesto, per chi si è sempre occupato di infanzia, come Amici dei Bambini, intervenire per alleviare le sofferenze dei piccoli siriani e sottrarli – per quanto possibile – alle violenze e alle ingiustizie della guerra, diventa un imperativo morale.

 

In questo momento, c’è bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.