Un forno per restituire alle famiglie il pane quotidiano

pane 2Tra le tante vittime del conflitto siriano, c’è anche il pane. La Siria è sempre stata famosa per l’abbondanza e la bontà di questo alimento primario, alla base della sua cucina, ma da qualche tempo a questa parte, intorno a esso si è sviluppato un mercato nero a cui la popolazione più bisognosa non può più permettersi di accedere.

La forte inflazione causata dalla guerra ha infatti spinto i prezzi degli alimenti a triplicare, un fenomeno che non ha risparmiato – appunto – nemmeno il pane: in alcuni centri stanno emergendo dei veri e propri “broker”, che ne comprano grosse quantità e si piazzano davanti agli stessi forni, dove lo rivendono al doppio del valore.

Dall’inizio del conflitto, sono migliaia di panifici in tutto il paese che hanno dovuto chiudere, per la mancata consegna del grano o per i danneggiamenti subiti.

Critica anche la situazione agricola: alle problematiche causate dai bombardamenti – che certo non favoriscono la coltivazione dei campi – si sono aggiunte ultimamente la siccità e la crisi idrica. Già in più occasioni, dall’inizio dell’anno, il World Food Programme ha espresso grossa preoccupazione, perché questo potrebbe portare a un ulteriore rialzo dei prezzi e una vera crisi alimentare.

Fra i paesi colpiti dalla scarsità di pane, c’è anche Binnish, dove Amici dei Bambini è presente insieme al partner Syrian Children Relief, con progetti di supporto alle famiglie locali. Attualmente, nel paese vi è un solo panificio funzionante, che però non è in grado di soddisfare il fabbisogno della popolazione: il pane viene acquistato da fuori, da altre zone della Siria o dalla Turchia. Per questo motivo, di comune accordo con i referenti della comunità, Ai.Bi. ha deciso di rispondere all’emergenza sostenendo il forno locale, tramite l’acquisto di materiale quale farina, lievito e diesel per alimentare i generatori, che forniscono l’energia in mancanza dell’elettricità (disponibile solo poche ore al giorno).

Con questo progetto, Ai.Bi. mira a ridurre il costo del pane e a fornirlo gratuitamente alle famiglie più vulnerabili, come quelle numerose o prive di entrate economiche o che accolgono orfani di guerra, ma anche a madri singole, soggetti emarginati come malati mentali o disabili soli.

Si stima che, grazie a questo intervento, circa 40.000 persone, fra Binnish e i villaggi limitrofi, potranno beneficiare dei prezzi calmierati, mentre il partner in loco, nel lungo periodo, sarà in grado di auto-sostenere le spese di materie prime e diesel e di portare avanti l’attività senza il bisogno di aiuti esterni.

A queste famiglie, che hanno già perso quasi tutto per colpa della guerra, sta venendo a mancare persino il pane, un alimento che da sempre rappresenta quotidianità, condivisione, accoglienza. Riportiamolo sulle loro tavole.

 

In questo momento, c’è bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.