«Per Sura l’Italia avrà il sapore delle arance dolci». Anna Molinari e Marco Puntin raccontano i momenti prima dell’atterraggio

bico6 200Felicità e lacrime. L’atterraggio a Ciampino dell’aereo militare che ha portato in Italia i 31 bambini congolesi è stato un momento di grande emozione, per grande e piccini. Anna Molinari e Marco Puntin, volontari espatriati di Amici dei Bambini, hanno accompagnato come ‘angeli custodi’ i sei bimbi adottati da famiglie di Amici dei Bambini. Il più piccolo di tutti i bimbi adottati è Simòn, uno scricciolo di un anno e sette mesi che per tutto il volo ha dormito in braccio ad Anna. Lei, emozionata, racconta: «Lui è quello che ovviamente non si è reso conto di quello che stava accadendo. Durante la notte ha dormito e credo proprio che abbia anche sognato, visto che parlava nel sonno e ogni tanto colpiva l’aria con la sua manina chiusa a pugno». Durante la notte anche i bimbi più grandicelli hanno riposato, nonostante l’eccitazione del decollo.

Alle prime luci dell’alba è suonata per tutti ‘la sveglia’ e così i bambini hanno iniziato a sbirciare in alta quota la loro nuova vita, che è iniziata in questa giornata di fine maggio senza nuvole.

Per Sura, una bimba di sette anni, l’Italia forse avrà per sempre il sapore tutto italiano delle arance. «Questa è buona!», ha esclamato mangiando il frutto che già conosceva. La colazione in aereo è stata l’inizio della festa. Quando l’aereo ha toccato terra, si è levato un urlo di gioia. «Ma erano più i grandi a esultare: i piccoli, emozionati, frastornati, erano inizialmente intimiditi» racconta Marco, il quale subito ammette: «Io che non piango mai, ho dovuto trattenere in gola un groppo di emozione. Scendere dall’aereo è stato chiudere un lunghissimo periodo di lavoro, fatto di sostegno alle coppie, visite ai bambini, e tante, ma tante telefonate via Skype attraverso cui abbiamo cercato di accorciare le distanze tra i bimbi e i loro genitori».

L’incontro dei bimbi con le famiglie è stato un momento liberatorio. Tutti i più grandicelli hanno riconosciuto subito i loro genitori. Le mamme e i papà a stento hanno trattenuto le lacrime. I bimbi hanno familiarizzato molto presto con i tanti adulti che li circondavano, regalando sorrisi a tutti. Sapevano di essere loro i protagonisti veri, e per questo hanno indossato ciascuno il vestitino più bello che avevano, scegliendolo dal piccolo guardaroba che avevano a disposizione nella Casa Famiglia di Kinshasa.

Lì hanno lasciato quasi tutto: l’abbandono, i brutti ricordi, le notti in solitudine. Nelle loro piccole valigie solo qualche peluche e alcuni libri da colorare, ricevuti in dono dai genitori lo scorso anno. Il bello di questo viaggio per ora di sola andata è proprio questo: sono bimbi che viaggiano  leggeri verso la loro nuova vita, fatta di amore e famiglia.