Family Audit, così si conciliano famiglia e lavoro

family-audit.jpg 200La nuova frontiera della produttività è la conciliazione tra famiglia e lavoro. E in questo, Amici dei Bambini è un esperimento vincente. Non a caso, Ai.Bi. è una delle 42 organizzazioni che  hanno ricevuto i certificati base “Family Audit” nel corso del convegno “Conciliazione famiglia e lavoro. I benefici sociali ed economici della certificazione Family Audit”, tenutosi a Roma giovedì 29 maggio.

Insieme ad Ai.Bi, hanno ricevuto analogo riconoscimento altre aziende, associazioni, sindacati, cooperative, consorzi e istituzioni pubbliche che nel corso degli anni si sono dimostrate in grado di assicurare ai propri dipendenti la possibilità di vivere serenamente sia la realtà del lavoro che quella della famiglia e di ottenere, come diretta conseguenza, un aumento della produttività e dei livelli occupazionali, in particolare femminili.

Il Family Audit è un sistema di auditing finalizzato proprio a monitorare, da parte dei datori di lavoro, il livello di benessere dei dipendenti. Una vera strategia aziendale e non solo una politica sociale dell’azienda – l’ha definita Luciano Malfer, esponente dell’Agenzia per la famiglia della Provincia autonoma di Trento –: uno strumento in grado di aumentare la competitività di un’organizzazione. Gli interessi del lavoratore sono altrettanto importanti di quelli dell’azienda: è il concetto stesso di produttività che va cambiato, realizzando una giusta sinergia tra persona, famiglia, tempo, tecnologia e ambiente”.

Gli fa eco Riccardo Prandini dell’Università di Bologna, che parla di una riconfigurazione del welfare. Molte aziende puntano sulla produttività senza guardare il resto – denuncia Prandini –, ma questo penalizza il sistema. Il family audit sarebbe invece in grado di segnalare la responsabilità sociale di un’azienda”. Oggi cresce sempre di più la consapevolezza dell’importanza di una reputazione aziendale anche a livello di benessere sociale, tanto da indurre Pedrini a concludere: “Si va verso il welfare di seconda generazione”.

L’evidenza di tutto ciò è data dalle testimonianze portate nel corso del convengo romano: casi che dimostrano come chi utilizza gli strumenti della conciliazione riscontri in genere un aumento sia del benessere psico-fisico che del rendimento dei lavoratori. In particolare, dai casi esposti, sembra beneficiarne maggiormente il lavoro femminile.

Il futuro del welfare quindi non può prescindere dal family audit. E anche il mondo politico pare aver fatto propria questa consapevolezza. Lo dimostra l’impegno preso dal Sottosegretario con delega alle politiche familiari Franca Biondelli a diffondere lo strumento del family audit anche in Parlamento.