“Soli si muore…”

Francesco Belletti, Direttore del Centro Internazionale Studi Famiglia di Milano e Presidente del Forum delle Associazioni Familiari ha presentato una relazione sulle “Responsabilità educative: quali e in capo a chi?”.”Cosa chiediamo agli insegnanti? Di avere uno sguardo particolare. La scuola non può gestire piccoli mondi in maniera diversa ma deve avere uno sguardo diverso su tutti. La famiglia d’altra parte è il centro primordiale di educazione ma oggi è sola. La famiglia chiede ascolto e legittimità. Non deve rinchiudersi e gli altri devono considerarla come risorsa. Occorre un riconoscimento reciproco”.

Abbiamo incontrato il Professor Belletti al termine del suo intervento;

Cosa significa “avere uno sguardo particolare”?
La scuola ha sempre formalmente affermato la presenza di un percorso personalizzato capace di tenere conto del bambino e della sua storia. Con questo Convegno non si chiede nulla di più di quello che dovrebbe essere dedicato ad ogni bambino, si chiede un cambiamento nel merito quindi.

E cioè?
C’è bisogno che tutti facciano un passo fuori dal proprio territorio riconoscendo le ragioni e le preoccupazioni degli altri. L’insegnante deve riconoscere le famiglie adottive e affidatarie e le famiglie devono riconoscere il sistema scolastico. Tutti devono iniziare ad ascoltare il linguaggio dell’altro.

Sbaglio o lei ritiene comunque che la famiglia sia in qualche modo responsabile se la scuola è impreparata?
La famiglia deve vincere due sindromi: quella della solitudine e dell’autosufficienza.
E’ fondamentale che sappia generare e consolidare alleanze.

Le famiglie adottive e affidatarie lo fanno però!
Assolutamente sì. Sono esperte proprio perché costrette. La famiglia adottiva pretende di esserci sempre perché hanno dovuto costruire la propria genitorialità nella relazione.

Quale la soluzione all’Emergenza Educativa?
Una strategia culturale nuova. Non bastano regole, occorre che genitori ed insegnanti si riconoscano parte dello stesso processo educativo. Passare dal discredito al credito reciproco.

Prima abbiamo parlato della capacita da parte delle famiglie accoglienti di generare alleanze. Perché la scuola non parla di abbandono?
La famiglia accogliente diviene cittadinanza attiva e questo spaventa la scuola. Gli operatori preferirebbero separare i due mondi. Nella scuola c’è una deriva burocratizzante.

Cosa cambierà con le Linee Guida presentate domani?
Sono un’opportunità, un pretesto per uscire dal territorio e parlare di un contenuto condiviso.
Il bambino ha bisogno di sentirsi dentro un percorso educativo nato da un’alleanza.