Quel dolore “in presa diretta” che non nasconde l’orrore della guerra

 siriaDal nostro inviato (Luigi Mariani) – Sono stati giorni di bombardamenti intensi sulla provincia di Idlib, e in particolare sui villaggi di Binnish e Sarmin, dove Amici dei Bambini è presente insieme al partner Syrian Children Relief con progetti di assistenza alle famiglie più bisognose e di supporto alle cliniche locali.

Anche questa volta, sulla pagina facebook del Centro Informazioni di Binnish sono comparse immagini forti, toccanti, che non risparmiano nulla della realtà, anche nei suoi aspetti più crudi.

Tra le immagini che più mi hanno colpito, quelle che ritraggono due corpicini avvolti in un tappeto, presumibilmente due fratellini rimasti uccisi da un bombardamento a Sarmin. Si vede anche il padre che li piange disperatamente, per poi essere trascinato via dagli amici, incapace di reggersi sulle proprie gambe.

Una scena analoga è stata ripresa nella clinica di Binnish, in seguito a un attacco aereo: un video mostra una donna coperta di polvere, svenire davanti al lettino dove giace la figlia ferita da un’esplosione. Poco più in là, medici e volontari si danno da fare per curare un altro ragazzino, rigirandolo come fosse un pacco postale.

Nella cultura araba, il dolore a volte si manifesta in maniera” teatrale”, per questo la nostra sensibilità occidentale potrebbe recepirlo come artefatto, fuori luogo.

Ma chi siamo, noi, per giudicare quale debba essere la giusta reazione di fronte alla perdita di un figlio, o allo shock di sopravvivere a un’esplosione che riduce in macerie la propria casa?

Oggi, questo dolore può essere colto “in presa diretta”, condiviso sui social media, magari anche strumentalizzato: ma non vuol dire che non sia lì, che non sia reale, che non sia umano.

Quella in Siria è davvero una guerra orribile, come poche se ne sono viste nella storia, in cui tutti combattono contro tutti e quasi nessuno ha pietà per i civili inermi, che spesso – anzi – vengono utilizzati come vera e propria merce di scambio.

Le elezioni presidenziali che si sono svolte in questi giorni, fra mille polemiche, non porteranno che a un risultato certo: il sostanziale mantenimento dello status quo, e quindi l’incancrenirsi di una crisi che peggiora di giorno in giorno. L’economia è allo sbando, la popolazione è sempre più povera e disperata, le città sono ridotte a cumuli di rovine: di questo passo, cosa rimarrà della Siria?

 

In questo momento, in Siria c’è bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.