Cosa vuol dire essere figli adottivi? Ora ve lo dico io

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Solitudine, paura, senza famiglia, rifiutato dagli altri. Sono questi alcuni dei concetti che gli adolescenti collegano al tema dell’abbandono. Un argomento al quale risultano sensibili, come dimostrato dall’incontro che due rappresentanti degli Ai.Bi. Giovani hanno avuto con gli studenti della scuola secondaria di primo grado “Romano Rancilio” di Parabiago, in provincia di Milano.

Carmen e Marco, i due ragazzi di Ai.Bi. G, hanno parlato di adozione, affido e sostegno a distanza a circa 40 ragazzi di prima, seconda e terza media che hanno volontariamente preso parte a questa iniziativa nel corso della giornata che la loro scuola ha destinato alle attività organizzate dalle associazioni.

È bastato un video di pochi secondi, quello di presentazione di Amici dei Bambini e del sostegno a distanza, per introdurre i ragazzi nel tema dell’incontro e scatenare la loro sensibilità. Chiamati a esprimere con una parola o una frase la loro idea di abbandono, gli studenti hanno dimostrato da subito di aver davvero compreso l’importanza dell’argomento. Questo anche grazie all’aiuto di una docente che ha sperimentato la realtà di un iter adottivo e al percorso scolastico che i ragazzi stessi stanno effettuando sul tema dei diritti dei minori, tra cui quello di essere figli. Alcuni di loro, inoltre, sono figli di immigrati che hanno avuto modo di provare l’esperienza dell’accoglienza nel nostro Paese.

Dopo un primo brain storming dei ragazzi, uno dei volontari di Ai.Bi. G ha portato loro la sua personale testimonianza di figlio adottivo e ha presentato le attività di Amici dei Bambini.

E dopo la “teoria”, questa speciale “lezione di accoglienza” è proseguita con la pratica. Divisi in 3 gruppi, gli studenti sono stati chiamati a elaborare un’illustrazione relativa a ciascuno dei temi affrontati nel corso della giornata: adozione, affido e sostegno a distanza. L’impegno e la creatività dei ragazzi hanno dato vita a ottimi lavori, presentati da un portavoce di ciascun gruppo.

I volontari di Ai.Bi. G hanno approfondito in particolare il sostegno a distanza, una sorta di “accoglienza da lontano” che, rispetto all’affido e all’adozione, è sembrata essere una realtà meno conosciuta dagli studenti di Parabiago.