Moldavia: sono 3.500 i bambini fuori dalla loro famiglia

Chisinau200Solo a Chisinau, capitale della Moldavia, più di 1.400 bambini vivono sotto la protezione dello Stato. Un centinaio tra loro sono in attesa di essere adottati. In tutto il Paese sono 3500 i bambini fuori famiglia.

Il Ministero della Protezione Sociale e della Famiglia ha festeggiato la Giornata Internazionale della Famiglia nella piazza del Teatro Nazionale dell’Opera e del Balletto con danze e palloncini bianchi, sui quali campeggia lo slogan “Moldova, famiglia forte”.

Valentina Buliga, ministro del Lavoro, Protezione Sociale e Famiglia, ha sottolineato: “La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società ed ha diritto di essere protetta dalla società e dallo Stato”.

Le autorità locali della capitale hanno voluto festeggiare questa giornata nel centro di riabilitazione e ri-socializzazione dei bambini in difficoltà “Casa Gavroche“, facendo un appello alle coppie adottive di accogliere quei 103 bambini adottabili che vivono a Chisinau.

L’iter adottivo spaventa gli aspiranti genitori adottivi moldavi, diffidenti rispetto alla burocrazia del loro Paese. Ma le adozioni nazionali – dicono le autorità- sono ridotte anche a causa della forte migrazione della popolazione.

Svetlana Chifa, capo del Dipartimento municipale per la protezione dell’infanzia, sottolinea: “Non tutti i bambini della casa Gavroshe sono adottabili, è necessario avere tutti i documenti in regola, incluse le dichiarazioni dei parenti fino al quarto grado di parentela. Occorre dimostrare l’impossibilità della reintegrazione nella famiglia allargata. Dei 61 bambini, molti fanno parte di gruppi di fratelli; venti sono gravemente ammalati e quindi molto difficilmente potranno trovare una mamma e un papà; due hanno problemi cardiaci; altrettanti, grazie ad un sponsor italiano, hanno ricevuto le protesi necessarie“.

E poi ci sono i bimbi come Vlad, che a 10 anni dichiara: “Non ho tempo per essere triste a causa della situazione della mia famiglia. Faccio i compiti, scrivo, leggo, imparo poesie, gioco”. Nina Dodon, direttrice del centro di riabilitazione e risocializzazione dei bambini in difficoltà “Casa Gavroche” racconta la storia del bambino: “Nel centro vive con la sorella Anastasia. Altri due fratelli vivono in un altro centro. Sono figli di una donna alcolizzata che ormai ha perso la patria potestà.

Lo scorso anno quaranta bambini sono stati adottati a Chisinau, la maggior parte dei quali non aveva compiuto nemmeno due anni.