Il Papa: “I migranti non sono un’emergenza, ma una sfida”

papa a lampedusaI flussi di migranti in tutti i continenti e in quasi tutti i Paesi” non devono essere visti “come emergenza, o come un fatto circostanziato e sporadico“, ma come “un elemento caratteristico e una sfida delle nostre società“. E’ necessario “cambiare atteggiamento verso migranti e rifugiati da parte di tutti” per dire no alla “cultura dello scarto” e rispondere con la “cultura dell’incontro“.

Quanta saggezza in queste parole di Papa Francesco, scritte in un messaggio in occasione di un seminario sulle migrazioni a Città del Messico nel corso della settimana trascorsa. Parole che risuonano tanto più forti, dal momento che nelle ultime ore il flusso degli sbarchi si sta intensificando.

Il 17 luglio ne sono arrivati più di mille nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum che dal suo lancio nell’ottobre del 2013 ha soccorso 50mila migranti. Nel porto di Trapani dalla nave Etna della Marina militare sono sbarcati 1.158 immigrati. Nella stessa giornata, ma nel porto di Reggio Calabria, è approdata la nave San Giorgio con altri 1.023 migranti, tra cui un uomo senza vita, 84 donne e 141 minori. Il 18 luglio 352 migranti sono arrivati alle cinque del mattino su un barcone al porto di Lampedusa senza essere individuati da nessuno in alto mare. Fra loro 240 uomini e 112 donne con 30 bambini al seguito molto piccoli. Tutti sotto i tre anni. In prevalenza siriani, eritrei e somali. Migliaia di storie, sogni, paure, futuri possibili. Che ne sarà delle centinaia di cosiddetti misna, minori soli, calati in uno stato di abbandono forzato dalle famiglie per regalare loro la speranza di una vita migliore. Storie che straziano il cuore e che sono spesso ignorate dalla politica, che liquida gli sbarchi con parole fuorvianti se non offensive.

Quelli che i nostri rappresentanti politici sono soliti definire “ondate” migratorie, accentuando i connotati di un’emergenza da contrastare, perché no innalzando delle dighe, dovrebbero più correttamente essere definiti flussi, restituendo al fenomeno l’essenza che gli appartiene, quella di un fatto che si impone nel nostro tempo. Flussi determinati molto spesso da guerre e povertà, flussi migratori fatti di esseri umani, uomini, donne e bambini. Che senso ha chiamarli clandestini?

Matteo Renzi, con la presidenza del semestre europeo ha un’occasione unica, quella di istituire una cabina di regia a livello europeo per cominciare a trattare il fenomeno in modo organizzato e coordinato, coinvolgendo anche le realtà associative e non governative che a vario titolo operano per l’accoglienza dei migranti.

Come Amici dei Bambini, che con il progetto Bambini in Alto Mare  ha raccolto la disponibilità all’accoglienza di misna da parte di famiglie (1.327) su tutto il territorio nazionale per offrire a questi minori non accompagnati la giusta accoglienza che solo una famiglia può offrire. Ora più che mai è necessario l’aiuto di tutti a sostenere questo progetto di Ai.Bi. e continuare a dare la propria disponibilità alla causa della giusta accoglienza.

 

Fonte: Il Giornale