Entro ferragosto gli immigrati sbarcati in Italia saranno 100mila e sempre più bambini

sbarchiEntro Ferragosto gli immigrati sbarcati in Italia arriveranno a quota 100mila. Una cifra realistica considerato che fino ad oggi, 07 agosto 2014,  l’onda continua a non arrestarsi: sono arrivati, infatti, nel porto di Palermo 529 migranti a bordo della nave Urania della Marina militare. Sono una parte del gruppo di extracomunitari salvati lo scorso fine settimana nel corso dell’operazione Mare Nostrum.  

Tra i migranti ci sono 55 minori e 47 donne: sono di nazionalità egiziana, pachistana eritrea, siriana e somala. Non conosce quindi soste il flusso di migranti che raggiungono le coste italiane. Ieri, 06 agosto,  ne sono arrivati circa duemila, un migliaio nel porto di Reggio Calabria, quasi altrettanti in quello di Pozzallo (Ragusa) ed altri 92 a Porto Empedocle (Agrigento).  Quello di Pozzallo è il più numeroso da quando è partita l’emergenza immigrazione nel comune marinaro ragusano. Battuto il precedente record di tre anni fa quando arrivarono 946 migranti. 

L’onda di piena è arrivata, e l’estate italiana è ancora lunga, mentre dalle coste libiche non si smetterà di partire. Il record storico del 2011, quando le crisi arabe portarono a Lampedusa 65mila immigrati, è stato ormai abbondantemente superato ed è realistico pensare che da qui a ottobre possa essere raddoppiato.

Allora fu emergenza totale, con la protezione civile che entrò in campo. Ora i luoghi di approdo sono sottoposti a una pressione ai limiti. A Pozzallo, intanto, la situazione si fa sempre più difficile e quanto mai complicata: circa 200 migranti, in gran parte siriani e con famiglie, saranno sistemati al palasport. Gli altri saranno suddivisi nei due centri di prima accoglienza di Pozzallo e di Comiso.  La macchina è al massimo dello sforzo ma sta mostrando di essere in grado di “tenere”, anche molto faticosamente, un flusso di arrivi via mare – quasi tutti con diritto a protezione internazionale – finora mai registrato.

I numeri sono altissimi, ma il tentativo è, appunto, organizzare un sistema, uscire dalle logiche emergenziali. Da questo punto di vista il Viminale ha lavorato sulla messa a regime di un sistema, un piano nazionale approvato lo scorso 10 luglio in Conferenza unificata: prefetture, regioni, comuni e associazioni insieme per reggere l’urto nel medio periodo.

Ogni regione accoglie numeri in proporzione alla popolazione in un contesto che prevede centri regionali di prima accoglienza (anche per ridurre la pressione su Sicilia e Calabria)  e dopo, una volta effettuata la richiesta di asilo, la distribuzione all’interno della rete Sprar (accoglienza di secondo livello dei comuni) nella quale i posti a disposizione sono passati da 8 a 20mila (che realisticamente non  basteranno).

Fonte (Avvenire)