Siria, la famiglia “colpita al cuore”: cresce il fenomeno dell’abbandono

bimbosiriasolo200Dal nostro inviato (Luigi Mariani) – Fra le tante, disastrose conseguenze della guerra in Siria c’è anche l’abbandono, che colpisce un numero sempre maggiore di minori, sia all’interno del paese, che nei campi di rifugiati situati nei paesi limitrofi. Stando a un recente rapporto dell’UNHCR, sono sempre di più i bambini e i neonati che risultano essere non accompagnati o provvisoriamente separati dai propri cari.

D’altra parte, che la famiglia sia una delle prime vittime del conflitto è ormai risaputo: in questi ultimi anni, infatti, interi nuclei familiari si sono disgregati dopo essere stati costretti a lasciare le proprie case e a pagarne le conseguenze, oggi, sono i loro membri più vulnerabili, ovvero i bambini. I più fortunati, una volta separati dai genitori, finiscono per essere accolti e accuditi da qualche parente o amico; gli altri devono rassegnarsi a trascorrere un’esistenza di stenti sulla strada o – se va bene – in qualche struttura di accoglienza predisposta da organizzazioni umanitarie locali o internazionali.

Con il venir meno della famiglia, infatti, viene a mancare anche quell’ambiente naturale che solo può garantire al minore la protezione di cui ha bisogno, in termini di stabilità e supporto dal punto di vista fisico, sociale, legale, materiale ed emotivo.
A causa della separazione dalle proprie famiglie dovuta allo sfollamento”, si legge nel rapporto di metà anno di UNCHR sulla crisi siriana, “i bambini in Siria si ritrovano ad affrontare un alto numero di rischi, inclusi l’abbandono, l’abuso, lo sfruttamento, il lavoro forzato, il traffico di esseri umani, il mancato accesso all’educazione, e il reclutamento forzato all’interno dell’esercito e dei gruppi armati”.

È paradossale notare, in questo contesto, come lo stesso governo siriano abbia in passato ratificato la Convenzione di Ginevra, la quale stabilisce che “le parti in conflitto prenderanno ogni misura necessaria per assicurare che i fanciulli minori di 15 anni, che siano orfani o separati dalle loro famiglie a causa di guerra, non siano lasciati alle loro stesse risorse, e che il loro mantenimento, l’esercizio della loro religione e educazione siano facilitate in ogni circostanza.

Ma sembra sempre più superfluo, oggi, invocare il rispetto dei diritti dei più deboli, a fronte della loro sistematica violazione da parte di tutte le forze coinvolte in questo atroce conflitto, che, colpendo la famiglia, mina le fondamenta stesse della società siriana.
Per queste ragioni, i progetti di Amici dei Bambini in Siria, in piena coerenza con la missione associativa, si pongono come obiettivo fondamentale la tutela delle famiglie più vulnerabili: solo impegnandosi a difendere e preservare questa preziosa risorsa dell’umano, questo nucleo primario di aggregazione e protezione, all’interno del quale nasce e si sviluppa la vita, si può sperare di strappare migliaia di bambini all’abbandono e a un futuro privo di amore.

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.